Secondo l’ultimo monitoraggio di Quotidiano Energia in base ai dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del Mise la benzina verde ha superato 1,9 euro al litro. La forte salita del prezzo praticato sulla rete dei distributori è dovuto al recente, forte rialzo delle quotazioni dei prodotti petroliferi nell’area del Mediterraneo, che incide sul prezzo alla pompa di tutti i carburanti. Il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self è salito a 1,914 euro/litro (valore precedente 1,902). Il diesel self si è portato a 1,831 euro/litro (da 1,821). Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio aumenta a 2,049 (da 2,037), il diesel servito sale a 1,973 (da 1,963).
In questo scenario, è “molto probabile” che il governo intervenga ancora sulle accise per abbassare i prezzi medi dei carburanti. Intervistata a Mattina 24 (Rainews 24) la sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra ha ricordato che “ l’aumento dei prezzi fa anche aumentare il gettito dell’Iva, che non vogliamo mettere nelle casse dello Stato, ma lo utilizziamo per abbassare le accise e tenere calmierato il prezzo”. Il Governo, ha aggiunto, “ha fatto già interventi per 30 mld.
I dati ufficiali del ministero della Transizione Ecologica sono preoccupanti. La benzina, nonostante l’intervento del Governo pari a 30,5 cent, da due settimane è tornata a prezzi superiori a quelli decollati dopo l’invasione dell’Ucraina, ossia ai 1,869 euro al litro della rilevazione del 28 febbraio. Per il gasolio peggio ancora: non è mai sceso sotto i rialzi seguiti allo scoppio del conflitto, ossia ai 1,740 euro al litro. Da quando è iniziata la guerra il 24 febbraio, un litro di benzina, costa oltre 3 cent in più (3,552 cent), con un rialzo dell’1,9%, pari a 1 euro e 78 cent per un pieno da 50 litri, mentre il gasolio è maggiore di 9 cent (+9,043 cent), con un rincaro percentuale del 5,3%, pari a 4 euro e 52 cent a rifornimento.