Le pensioni della Gestione Dipendenti Pubblici (GDP) vigenti al 1° gennaio 2022 sono 3.082.954, l’1,8% in più rispetto all’anno precedente (3.029.451 pensioni), per un importo complessivo annuo di 79.203 milioni di euro, il 3,2% in più rispetto al 2021, in cui l’importo risultava di 76.750 milioni di euro.
Il 58,5% delle pensioni sono di anzianità o anticipate, con importo complessivo annuo pari a 51.515,6 milioni di euro; il 14,3% sono pensioni di vecchiaia con importo complessivo annuo di 13.134,1 milioni di euro; le pensioni di inabilità sono il 6,7% e il restante 20,5% è costituito, complessivamente, dalle pensioni erogate ai superstiti di attivo e di pensionato.
Il 59,5% del totale dei trattamenti pensionistici è erogato a donne, contro il 40,5% erogato a uomini. In tutte le categorie di pensione, eccetto la categoria delle pensioni di inabilità, si rileva una maggior presenza di pensionate sui pensionati, con differenziazione massima nelle pensioni ai superstiti in cui le donne rappresentano il 17,1% del totale delle pensioni e gli uomini il 3,4%.
Il maggior numero delle prestazioni è concentrato nelle regioni settentrionali con il 40,8% del totale nazionale, seguito dal 36,5% delle prestazioni erogate al Sud, isole comprese. Al Centro il valore minimo, con il 22,4%.
Il 39,4% della spesa pensionistica complessiva della Gestione Dipendenti Pubblici viene erogata nell’Italia settentrionale, contro il 36,5% dell’Italia meridionale ed isole ed il 23,8% dell’Italia centrale.
Le regioni con il maggior numero di pensioni pubbliche sono la Lombardia e il Lazio rispettivamente con l’11,8% e l’11,3% del totale, seguite dalla Campania (9,3%) e dalla Sicilia (8,4%). Le regioni con il numero minore sono la Valle d’Aosta (0,3%), il Molise (0,7%) e la Basilicata (1,1%).