Anche a Reggio Calabria, come in altre città d’Italia, l’Usb ha manifestato nei pressi dei negozi di abbigliamento del marchio Zara, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dello sfruttamento del lavoro.
Pressione sui lavoratori. “La grande velocità con cui Zara aggiorna continuamente i capi d’abbigliamento – riporta una nota dell’Usb reggina – è il frutto di una pressione molto forte esercitata sui lavoratori, tanto dei negozi quanto del settore della logistica. I risultati eccellenti riportati dal gruppo sul piano economico non si traducono in miglioramenti né salariali né delle condizioni di lavoro, anzi. C’è un uso sempre più spropositato dei contratti precari per tenere sotto ricatto i lavoratori, si abusa per anni e anni di contratti interinali e di part time obbligatorio. E le condizioni di molti magazzini, dalla sicurezza all’igiene, sono inaccettabili”.
“Una miriade di ditte e finte cooperative – aggiunge l’Usb – fanno il lavoro sporco per Zara: sono loro che materialmente aggirano i contratti e le leggi, a loro Zara affida il compito di tenere bassi i salari e le condizioni di lavoro. E quando i lavoratori si organizzano per denunciare questa situazione, Zara – concludono i sindacalisti – si rifiuta di riconoscere i sindacati scomodi, quelli che non sono disposti a chinare la testa e reclamano il rispetto dei diritti per i lavoratori”.
– Agenzia DiRE –