Il Decreto varato dal Governo ed in vigore da oggi non basta e infatti le speculazioni alle pompe ai danni dei consumatori continuano senza tregua. Questa la denuncia del Movimento Difesa del Cittadino che ha avviato nei giorni scorsi una campagna antitruffa sul caro carburanti. Forti perplessità suscita anche il testo delle misure anti aumenti contenute nel Decreto Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina, pubblicato in Gazzetta.
Da una attenta lettura dell’articolo 1 si evince innanzitutto che il calmieramento si applicherà dal giorno di entrata in vigore del presente decreto e fino al trentesimo giorno successivo, ovvero al 22 Aprile e non al 30 come inizialmente annunciato.
L’associazione di consumatori denuncia però un’altra grave pecca ovvero il rischio che la norma abbassa prezzi non abbia l’effetto di ridurre di 30,5 centesimi di euro i prezzi di benzina e gasolio, perché molti benzinai la ritengono applicabile non al carburante già immesso per il consumo e giacente nei serbatoi degli impianti.
Una farsa, insomma, per MDC che ha già verificato come nessun impianto abbia applicato la riduzione dei prezzi prevista, ed alle richieste di informazioni agli addetti alle pompe i rilevatori dell’associazione si sono visti rispondere con un vago “forse domani”.
“Il monitoraggio che stiamo realizzando in tutto il Paese attraverso le nostre sedi territoriali e le segnalazioni degli iscritti ci confermano una vera giungla dei prezzi – dichiara il Presidente MDC Antonio Longo – Si va da 1.95 € a 2.40 €, con eccezioni nelle zone di confine come il FVG dove, invece si registrano costi intorno a 1.50 € per la concorrenza della Slovenia. Si tratta quindi non di reali costi sopportati per la guerra, ma di vere e proprie truffe e speculazioni che il Governo non può limitarsi a denunciare, ma deve combattere e sanzionare”.