Arrivati a questo punto si può certamente dire, senza timore di essere smentiti, che le entusiastiche previsioni economiche per il 2022 erano quantomeno imprudenti. Tra inflazione, incertezza sull’evoluzione della pandemia e, in queste ultime settimane, le paure di un conflitto Russo-Ucraino,i dati dell‘ultimo numero della Congiuntura Confcommercio indicano che proseguono lentamente ma senza sosta le revisioni al ribasso degli indicatori economici.
Pil mensile
A febbraio, il PIL ha consolidato la tendenza al rallentamento emersa nei mesi precedenti, con una riduzione dell’1% su base mensile. Nel confronto annuo la crescita si dovrebbe attestare al 4,2%, in forte calo, quindi, rispetto ai mesi precedenti. Secondo il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, “i dati del primo bimestre rendono sempre più concreta la possibilità di un’ampia revisione al ribasso della crescita per il 2022, rispetto agli obiettivi che nei documenti ufficiali sono fissati al 4,7%”.
Icc: i consumi faticano a ripartire
Sul versante dei consumi, misurati con l’ICC, la stima per gennaio, seppure positiva nel confronto su base annua con un periodo di semi lockdown, ha risentito degli effetti causati dal netto incremento dei contagi con una decisa riduzione della domanda soprattutto per i servizi. Rispetto a gennaio 2021, l’ICC registra, comunque, una variazione dell’8,5%, frutto di una crescita del 33,6% per i servizi e del 2,2% per i beni. Rispetto allo stesso mese del 2020 la domanda, nel complesso, è ancora inferiore dell’11,7%. Per molti servizi la distanza percentuale è superiore alle due cifre, con tempi di recupero che appaiono più lunghi del previsto.
Continuano le “tensioni” sui prezzi al consumo
Alle incertezze produttive si associano i timori degli effetti sui consumi derivanti dalla ripresa dell’inflazione. Nel mese di febbraio, la variazione annua dei prezzi al consumo dovrebbe attestarsi al 5,6%. “Come paventato da alcuni mesi-ha sottolineato Mariano Bella – le perduranti tensioni sui mercati internazionali e nelle catene di approvvigionamento cominciano a produrre rialzi anche in settori diversi dall’energetico“.
Nota stampa Confcommercio