Sulla Gkn “c’è movimento. Al tavolo nazionale la posizione della Regione Toscana sarà quella democraticamente decisa dall’assemblea dei lavoratori. Io sono al loro fianco”. Sul futuro della vertenza che più di tutte si impone sull’agenda della politica locale, il governatore Eugenio Giani affida la palla della partita agli operai. Al presidio di tute blu che da luglio vegliano lo stabilimento di Campi Bisenzio. Lo dice rivolgendosi direttamente al governo: “Giudico interessante il fatto che siano arrivate tre, quattro offerte”, tuttavia, ecco l’invito all’esecutivo, “la strada migliore da seguire” va imboccata “confrontandosi con i lavoratori dell’azienda e con le loro rappresentanze sindacali”.
La Regione, ribadisce anche Valerio Fabiani, consigliere per lavoro e le crisi aziendali del presidente Giani, “sta con il sindacato. L’azienda deve comprendere una volta per tutte che non siamo ancora dentro un negoziato. Prima di aprirlo bisogna riparare al danno che è stato arrecato ai lavoratori e al territorio“.
Inoltre, aggiunge a margine di una conferenza stampa, “i processi di reindustrializzazioni sono complicati: non si fanno con gli annunci, ma con il lavoro e la chiarezza. Ora vogliamo capire qual è il lavoro che l’advisor” nominato dall’azienda “ha fatto e chi sono i soggetti che si sono affacciati“. E queste cose “devono essere dette all’unico tavolo in cui è possibile fare un confronto: quello istituzionale allestito al Mise che chiediamo sia convocato il prima possibile”.
Giani, quindi, conclude soffermandosi sulla legge anti-delocalizzazioni: “Sono convintissimo che sia necessaria. C’è un governo sostenuto da una larga coalizione e ci sono forze politiche che, quando il ministro Orlando e la sottosegretaria Todde hanno presentato la misura, hanno messo dei freni e degli ostacoli. A mio giudizio, invece, è una legge necessaria perché in Italia e in Toscana abbiamo multinazionali che fanno il loro dovere e sono un esempio, penso ai 6.000 posti di lavoro della Baker Hughes tra gli stabilimenti del Nuovo Pignone a Firenze, di Massa e di Avenza. Tuttavia, ci troviamo di fronte anche a casi come quello del fondo Merlose” che controlla la Gkn. “Conseguentemente una legge che contrasti le delocalizzazioni selvagge ci vuole”.
FIOM E CGIL: VERTENZA È AL BIVIO, ORA MINISTRI AL TAVOLO
Una partita a poker fatta sulla pelle dei lavoratori della Gkn “è inaccettabile. La vertenza è a un bivio“, per questo “chiediamo la presenza al tavolo del ministro dello Sviluppo economico”, Giancarlo Giorgetti. Lo pretendono la Fiom e la Cgil, dopo l’incontro convocato dai dirigenti del Mise “a cui ha partecipato anche Invitalia”. Un vertice “tempestivo”, anche se “pesa l’assenza del ministro e della viceministra” Alessandra Todde dopo “le comunicazioni unilaterali della società, che chiamano direttamente in causa le istituzioni disattendendo gli impegni presi nell’incontro del 7 ottobre”, affermano Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive, Daniele Calosi, segretario generale Fiom-Cgil Firenze e Prato e Silvia Spera, dall’area politiche industriali per la Cgil nazionale.
L’azienda controllata dal fondo inglese Merlose con la lettera di ieri “ha confermato il fatto che non ha modificato la propria posizione”, ovvero la “liquidazione e licenziamenti entro l’anno. Quindi la Fiom e la Cgil “hanno chiesto, ed il Mise ha convenuto, che entro inizio della prossima settimana sia adottato un percorso di confronto tra istituzioni a tutti i livelli e sindacato”.
Sindacato che, con i lavoratori, ha “rispettato gli impegni presi”, avanzando proposte e mettendo disposizione del Mise e di Invitalia “le proprie competenze e conoscenze, chiarendo che dovevano essere chiare le regole di ingaggio per la ricerca di soluzioni industriali e occupazionali”. Per il sindacato, quindi, “è indispensabile impedire la riapertura della procedura per il licenziamento dei lavoratori e scoprire le carte sulla continuità occupazionale e industriale dello stabilimento di Campi Bisenzio”.
L’incontro del 7 ottobre “doveva aprire una trattativa che però non è mai partita”. Ed ora “siano i ministri dello Sviluppo economico e del Lavoro”, Andrea Orlando, “in prima persona a prendere in mano la vertenza. È finito il tempo delle dichiarazioni, senza atti concreti i lavoratori potrebbero essere licenziati come in altre crisi industriali”. Gkn “se ha davvero proposte industriali e non solo sulla carta che garantiscano la continuità occupazionale, smetta di giocare con gli annunci e li metta in chiaro nelle sedi istituzionali, a partire da Mise e Invitalia”.
Al Mise, quindi, “chiediamo verifica, trasparenza e garanzie sugli investitori potenziali e sui piani per confrontarci anche con Invitalia sulla fattibilità delle proposte. Per la tutela dello stabilimento e dell’occupazione la Fiom e la Cgil chiedono il ritiro della liquidazione e la ripresa delle attività di lavoro per creare le condizioni per una trattativa vera. Non siamo disponibili a parlare di ammortizzatori sociali senza conoscere prima l’entità e la validità delle proposte di reindustrializzazione dichiarate dall’azienda e respingiamo nuovamente la proposta di utilizzo della cassa integrazione per cessazione”.
Fonte : Agenzia Dire