La vertenza dei 1.322 lavoratori di Air Italy, che dal primo gennaio 2022 potrebbero essere licenziati in massa con la fine della cassa integrazione,Ā bussa alle porte del Consiglio regionale sardo. Da questa mattinaĀ una rappresentanza dei lavoratori dellāex compagnia ĆØ in presidio sotto i portici del Palazzo di via Roma, a Cagliari, per chiedere lāattenzione della politica su un dramma che in Sardegna investe soprattutto Olbia e la Gallura, doveĀ circa 600 lavoratori vedono avvicinarsi sempre piĆ¹ lo spettro del licenziamento collettivo.
āOggi siamo qui per ricordare alle istituzioni che la vertenza Air Italy ĆØ la prima in Sardegna, e una delle principali a livello nazionale- spiega Marco Bardini, numero uno dellāAnpav Sardegna-.Ā Il 31 dicembre si concluderĆ la cassa integrazione per oltre 1.300 lavoratori, per questo chiediamo innanzitutto unaĀ proroga agli ammortizzatori sociali, come ĆØ avvenuto per i dipendenti di Alitaliaā. In secondo luogo, prosegue, āchiediamo che le competenze dei lavoratori di Air Italy, che sono di altissimo profilo, non vengano disperse: il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, ci dica come sta procedendo il progetto della compagnia regionale. E, nel caso questa idea fosse tramontata, come parrebbe, vorremmo sapere le determinazioni che intende assumere per far sƬ che questi lavoratori vengano recuperatiā.Ā
Bardini inoltre ricorda come ālo stesso Solinas, insieme al leader della Lega, Matteo Salvini, ha ribadito a Olbia che lāidea di una compagnia sarda ĆØ ancora in piedi: molti lavoratori ci fanno affidamento, ĆØ arrivato il momento di parlare chiaro. Ć poi assurdo che nel mercato italiano, il terzo europeo, volino quasi esclusivamente compagnie straniere, ĆØ un ossimoro al quale non si puĆ² dare seguito. Il settore deve essere preso in mano dal governo italiano, con il supporto delle Regioniā.
SottolineaĀ Alessandro Brandanu,Ā delegato sindacale Usb: āSi ĆØ parlato a lungo di una compagnia aerea sarda, vorremmo sapere cosa ne ĆØ stato di quel progetto. Dopo la pandemia, constatiamo come il nuovo vettore nazionale, Ita, abbia delle dimensioni talmente risibili, da non essere in grado di garantire neanche la continuitĆ lavorativa per i dipendenti della vecchia Alitalia. In queste condizioni non cāĆØ un futuro per i lavoratori di Air Italy, e oggi siamo venuti qui per ricordarlo. Piuttosto che pietire la cassa integrazione,Ā vorremmo confrontarci su un futuro industriale e capire se la Regione sarda abbia un piano serioā.
Concetti ribaditi daĀ Emiliano Baragatti, segretario nazionale dellāAssociazione piloti: āIta purtroppo ĆØ un progetto nato male, una compagnia cosƬ dimensionata non puĆ² competere con i vettori stranieri che stanno insistendo sul nostro territorio.Ā Non siamo qui ad elemosinare ammortizzatori sociali, perĆ² ci serve il tempo necessario per lavorare, soprattutto in Sardegna e in Lombardia, a un piano industriale. Nel frattempo i lavoratori non possono restare senza reddito, da qui la necessitĆ di prolungare gli ammortizzatori socialiā. Certo, riflette Baragatti, al momento āle prospettive non sono buone: una compagnia nazionale di bandiera che non applica i contratti nazionali, dimensionata con una cinquantina di macchine assolutamente insufficienti per contrastare lāavvento delle compagnie straniere, non lascia tanto spazio, nĆ© ai colleghi Alitalia nĆ©, tantomeno, a quelli Air Italyā.Ā Una delegazione di manifestanti dovrebbe essere ricevuta nel primo pomeriggio dai capigruppo.
Fonte: Agenzia Dire