Se si volesse citare una nota canzone della Carrà, la protesta contro il Green Pass sta prendendo piede o meglio sta proseguendo “da Trieste in giù”. Ma non siamo nel mondo della musica, forse più leggero e scanzonato, ma in quello attuale che il 15 ottobre, con l’adozione del Green Pass per tutti i luoghi di lavoro, prevede diverse manifestazioni contro l’uso della certificazione verde.
E a guidarle sono i lavoratori del porto della città giuliana. Riuniti sotto il Coordinamento Lavoratori Porto di Trieste (CLP) da domani a partire dalle 7, in concomitanza con lo sciopero per 5 giorni dichiarato da a FISI (Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali) e Confsafi (Confederazione autonoma sindacati italiani) rivolto a tutti i lavoratori pubblici e privati, liberi professionisti, bloccheranno tutte le entrate del porto.
Come ci dice Sandi Volk, uno dei membri del comitato che raggiungiamo per telefono in una giornata particolarmente concitata: “Saremo davanti alle barche in entrata e con noi ci sarà tantissima gente che verrà dal Veneto, da Ravenna, solo per dirne alcune. E in tanti ci stanno chiedendo informazioni. Sappiamo che a protestare domani ci saranno anche i lavoratori del porto di Genova”.
Come quello ligure, quello di Trieste per l’Italia è un porto particolarmente strategico. Si legge sul sito di UnionCamere Veneto, che “è suddiviso in 5 porti franchi, di cui 3 destinati alle attività commerciali, gode di fondali profondi e ha anche una fitta rete ferroviaria interna integrata con la rete nazionale e internazionale che permette a tutte le banchine di essere serviti da binari con possibilità di smistamento e/o composizione dei treni direttamente nei vari terminali”.
Stando poi al rapporto Assoporti, al momento il porto di Trieste è il primo in Italia per movimentazione di merci con quasi 62 milioni di tonnellate.
Ecco perché l’azione intrapresa dai lavoratori portuali è tutt’altro che irrilevante e come emerge dalla comunicazione inviata dal CLP al Prefetto di Trieste, Gorizia, Capitaneria, Aziende del porto, ufficio delle dogane e altri enti istituzionali, il Coordinamento Lavoratori Portuali di Trieste aderisce allo sciopero indetto dai sindacati con “la motivazione particolare dell’opposizione all’applicazione del cosiddetto Green PAss per poter lavorare”.
Una protesta che pertanto proseguirà “fino a che non sarà abolito il Green Pass”, come ci precisa Stefano Puzzer, sempre del Coordinamento. Come, infatti, ha avuto modo di dichiarare Puzzer in diverse occasioni: “Il 40% dei miei colleghi non è vaccinato, la libertà di chiunque va rispettata. Durante la pandemia nessuno si è preoccupato di sanificare aree comuni e mezzi”.
E se da parte dell’Agenzia per il lavoro portuale, su indicazione del Ministero dell’Interno, c’è stata la proposta di far avere a chi non è in possesso della certificazione verde i tamponi gratuiti, questo non ha influito sulla protesta dei lavoratori portuali che anzi hanno dichiarato: “Noi come portuali ribadiamo con forza e vogliamo che sia chiaro che il messaggio che nulla di tutto ciò farà sì che noi scendiamo a patti fino a quando non sarà tolto l’obbligo del Green Pass per lavorare, non solo per i lavoratori del porto ma per tutte le categorie di lavoratori”.
Nella giornata del 14 ottobre, il CLP ha diffuso un ulteriore comunicato stampa in cui si legge: “Nella giornata di oggi riteniamo di denunciare che la discriminazione dei lavoratori continua e raddoppia. Prima la discriminazione tra vaccinati e non, ora tra chi avrà il tampone gratuito e chi a pagamento”.
Nella stessa giornata, la Commissione Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, come riporta Il Piccolo, ha dichiarato illegittimo lo sciopero del 15 perché non rispetta alcuni criteri, tra cui il mancato rispetto del termine di preavviso.
E mentre si paventano scioperi in altre zone portuali come Messina e Gioia Tauro, RaiNews 24 riporta che il CLP potrebbe prendere nota del fatto di una possibile proroga all’adozione del Green Pass sui luoghi di lavoro. In quel caso i lavoratori si dichiarerebbero pronti a discutere.
Ma, da quel che si legge sull’account Facebook del CPL, sembra invece che la manifestazione del 15 ci sarà, come previsto.