I principali risultati del Bilancio sono stati determinati sulla base del Documento di Economia e Finanza (DEF) 2021 deliberato dal Consiglio dei Ministri in data 15 aprile 2021 e non può tener conto, invece, della Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza deliberato dallo stesso Consiglio dei Ministri il 29 settembre 2021. Quanto pubblicato in una nota dell’Inps.
I risultati della Nota di assestamento 2021 approvato si riassumono in:
• 8.600 milioni di disavanzo finanziario di competenza (-1.448 milioni rispetto al consuntivo 2020);
• 230.844 milioni di entrate contributive, (+5.694 milioni rispetto al consuntivo 2020);
• 363.458 milioni di prestazioni istituzionali, (+3.941 milioni rispetto al consuntivo 2020). In particolare, la spesa per prestazioni pensionistiche è risultata pari a 241.334 milioni (+4.649 milioni rispetto al consuntivo 2020);
• 15.462 milioni di disavanzo economico di esercizio (+9.738 milioni rispetto al disavanzo di 25.200 milioni del consuntivo 2020);
• 904 milioni di disavanzo patrimoniale al 31 dicembre 2021 (la situazione patrimoniale netta al 31 dicembre 2020 risultava positiva per 14.559 milioni di euro).
Nell’approvare la nota di assestamento, il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza Inps – prosegue il comunicato – si auspica la riapertura del tavolo di confronto per il riallineamento delle poste di credito e debito tra Ministeri e INPS, reso urgente anche per contenere i riflessi negativi della nuova disciplina relativa alle prestazioni COVID – 19 che aggrava, in maniera evidente, il saldo negativo e riduce la consistenza patrimoniale dell’Istituto. La decisione del legislatore, purtroppo senza adeguate contro osservazioni, ha comportato la messa in carico alla Gestione Prestazioni Temporanee e al FIS (quindi 2 a carico Inps) delle prestazioni precedentemente poste a carico della fiscalità generale per 2.400 milioni.
Nella delibera approvata il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps, sottolinea, tra l’altro l’urgenza di dare forza ad un “patto con l’utenza” a partire dalla l’esigenza di garantire il diritto di accesso ai servizi INPS anche per coloro che non sono in grado di utilizzare strumenti informatici o digitali. A tal fine occorrerà adottare urgenti soluzioni che, attraverso gli intermediari riconosciuti e le associazioni di rappresentanza, individuino modalità semplificate per la così detta “delega/cessione a fiduciari della identità digitale” anche per evitare il proliferare di soggetti, non monitorabili, che operino per conto delle persone più fragili ed indifese.
Il “Patto con l’utenza” si dovrà concretizzare anche attraverso un’unica “Carta dei Servizi”, da cui discenda una comunicazione istituzionale che permetta a tutti i soggetti interessati di conoscere le prestazioni a cui potenzialmente si ha diritto, nonché le modalità di richiesta ed i tempi per ottenerle ivi comprese le regole per gli eventuali ricorsi amministrativi. Ciò al fine di garantire la tutela dei cittadini, anche in relazione alle novità legislative in tema di identità digitale. Il CIV Inps evidenzia, infine, l’urgenza dell’aggiornamento e della normalizzazione del conto assicurativo dei dipendenti pubblici, dei lavoratori delle Poste e dello spettacolo e sport, al fine di garantire la piena esigibilità di diritti in maniera omogenea a tutti i lavoratori.
Ciò per assicurare l’irrinunciabile diritto dei lavoratori al riconoscimento della contribuzione dovuta, caposaldo dell’ordinamento previdenziale, per i periodi di lavoro effettivamente prestati. Il CIV Inps, inoltre, richiama gli altri Organi dell’Istituto a mettere in campo una vera e propria terapia d’urto sul tema della Invalidità Civile, a partire dall’immediato aumento di medici operativi. Il diritto ad una indennità per chi ha sofferenze psicofisiche acclarate è fondamentale e vedere, drammaticamente, 1.7 milioni di cittadini in attesa di risposta, dei quali ben 282 mila che aspettano di essere chiamati per la prima visita dall’Inps e di 863 mila dalle Asl, è inammissibile