Con un balzo del 10,4% crescono le posizione lavorative in agricoltura che fa segnare il miglior risultato tra tutti i settori che in media registrano appena un +1,9%. Quanto emerge da una nota di Coldiretti.
Sulla base del rapporto Istat sui conti economici trimestrali nel secondo trimestre del 2021. Un dato che conferma la vitalità del settore che con quasi 1,8 milioni di posizioni lavorative è stato in grado di offrire anche durante la pandemia Covid opportunità occupazionali con una domanda di lavoro ora sostenuta – sottolinea la Coldiretti – con l’arrivo dell’autunno per l’entrata a pieno regime della raccolta di mele, pere e della vendemmia mentre sta per avvicinarsi quella delle olive.
Una opportunità che deve essere sostenuta con una adeguata semplificazione per rispondere meglio alle esigenze di tempestività e flessibilità del lavoro agricolo. Ma in piena pandemia Covid è cresciuto anche il numero di giovani agricoltori con un incremento dell’8% negli ultimi cinque anni, in netta controtendenza rispetto al dato generale degli imprenditori under 35 che crollano dell’11% nello stesso periodo, dall’industria al commercio fino all’artigianato, secondo l’anlisi della Coldiretti sulla base del Rapporto del Centro Studi Divulga. Con la crisi provocata dall’emergenza sanitaria, il settore agricolo è diventato di fatto il punto di riferimento importante per le nuove generazioni, tanto che nell’ultimo anno sono nate in media 17 nuove imprese giovani al giorno. Nel periodo della pandemia – conclude la Coldiretti – le aziende condotte da giovani si sono dimostrate anche le più resilienti, con un aumento medio dei redditi del 5,9% nel 2020 rispetto all’anno precedente, mentre quelli delle aziende over 35 sono diminuiti dell’1,3%.