“Se fossero confermate le indiscrezioni in merito alle sanzioni da applicare nei casi di delocalizzazioni aziendali dettate dalla ricerca del maggior profitto, ci troveremmo di fronte a deterrenti inefficaci. Noi riteniamo che occorra incentivare gli investimenti nel nostro Paese e che si debba costruire un sistema di ranking premiante per le aziende e le multinazionali che rispettano gli standard sociali e ambientali e penalizzante per chi non li applica.
Esistono già delle linee guida OCSE: perché non si rendono effettive ed operative? Già da molti anni, inoltre, è stato attivato presso il MISE, un “Punto di contatto” che deve vigilare sul rispetto delle linee guida OCSE in merito alla responsabilità sociale delle multinazionali, ma ha solo una funzione di mediazione: bisogna, invece, dotarlo di poteri vincolanti e sanzionatori. Peraltro, non dimentichiamo che, negli ultimi 25 anni, la tassazione d’impresa si è dimezzata e che le tasse per le multinazionali sono diminuite, mentre sono aumentate quelle per i lavoratori.
Ecco perché dovrebbero essere restituiti tutti i fondi pubblici da chi delocalizza, ma anche da coloro che non rispettano le normative sulla sicurezza o che hanno le sedi nei paradisi fiscali: non possiamo più permettere che le multinazionali facciano quel che vogliono a danno delle lavoratrici, dei lavoratori e dei territori dove hanno prosperato. Su tutta questa materia chiediamo che, al più presto, il Governo si confronti con il Sindacato.” Questo quanto riportato in una nota di UIL con delle dichiarazioni rilasciate da Bombardieri.