L’accordo sulla tassazione minima delle multinazionali non è più rinviabile: sia i “deputies” del G20 Finanze, in corso a Napoli, sia il vertice che si svolgerà in ottobre a Roma devono assumere questa decisione. Negli Usa stanno provando a invertire questa tendenza, l’Italia e l’Europa dovrebbe seguire la stessa traccia. Questo su una nota di Uil.
Quella sulla tassazione delle multinazionali, inoltre, è una questione che si intreccia con il DL Anti-delocalizzazioni al quale sta lavorando il governo italiano e su cui sollecitiamo un coinvolgimento delle parti sociali. Esistono già le linee guida OCSE sulla responsabilità sociale delle multinazionali: il Governo le renda vincolanti e le imprese si impegnino a rispettarle. Noi riteniamo che i fondi pubblici non debbano essere fruiti da chi delocalizza, ma neanche da chi ha la sede in paradisi fiscali o non rispetti le normative sulla sicurezza. Si può definire anche una sorta di ranking che premi le imprese più virtuose: nel mondo della finanza si danno i voti agli Stati, non possiamo farlo anche per le imprese?
Il G20 Finanze, infine, sta discutendo anche di green e agenda verde: condividiamo l’obiettivo, ma il costo sociale di questa transizione non può essere scaricato sui lavoratori, sapendo che, per decenni, ci sono state multinazionali che hanno inquinato senza pagarne il conto.