E’ una delle più classiche aspirazioni infantili, coltivata dai bambini che sognano viaggi interstellari verso universi sconosciuti: “Da grande farò l’astronauta!”. Un sogno divenuto realtà per Luca Parmitano, 36 anni, maggiore e pilota dell’aeronautica militare, siciliano nato a Paternò, in provincia di Catania. E’ questo ragazzone alto un metro e ottantacinque, dagli occhi curiosi ed entusiasti, il sesto italiano nella storia ad aver raggiunto lo spazio e il primo in assoluto protagonista di una “attività extraveicolare”, tecnicismo che indica le suggestive “passeggiate” nel vuoto cosmico. Ieri, a Roma, Parmitano è stato al centro della prima conferenza stampa organizzata dall’Agenzia Spaziale Italiana dal suo rientro sulla Terra, avvenuto un mese fa, dopo 166 giorni trascorsi sulla Stazione Spaziale Internazionale (SSI) nell’ambito della missione “Volare”. (www.asi.it)
A bordo della SSI, Luca Parmitano ha contribuito ad agganciare tre nuovi veicoli alla navicella principale e a portare a termine oltre 30 esperimenti scientifici. Nel corso dei quasi sei mesi trascorsi in orbita, inoltre, l’astronauta siciliano ha effettuato due passeggiate spaziali, interrompendo la seconda per un’avaria alla tuta piuttosto rischiosa, capitata mentre fluttuava nel vuoto da quasi due ore: “A un certo punto è entrata dell’acqua nel casco, un evento chiaramente non previsto, e allora ho capito cosa prova il classico pesce rosso nella boccia di vetro” ha sdrammatizzato Parmitano. L’incidente, potenzialmente fatale, è stato gestito con freddezza dall’astronauta e dai colleghi che coordinavano l’esplorazione dalla stazione spaziale: “Come pilota dell’aeronautica sono addestrato ad affrontare ogni genere di emergenza e così, anche grazie alle capacità dei miei compagni, sono riuscito a rientrare in tempo nella navicella”.
Fatti salvi i contrattempi tecnici, le parole usate da Parmitano per descrivere l’esperienza in orbita sono piene di entusiasmo. Ed emanano lo stesso fascino delle ormai famose immagini che l’astronauta siciliano ha scattato nello spazio e condiviso sui social network (www.ilpost.it/foto-parmitano). “Osservare e fotografare la Terra è uno dei nostri compiti di routine, ma per me è diventata una vera e propria passione. Visto dallo spazio il nostro pianeta appare così fragile e ci si rende conto di quanto sia importante fare di tutto per preservarlo. Io ho sempre sognato di conoscere le stelle, addentrarmi nell’universo, ma nel cosmo non vedi niente che sia bello come la Terra, con la sua armonia, i suoi colori, la sua capacità di accogliere la vita”.
Per poter coronare il suo sogno ed entrare, nel 2009, nel corpo astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea, Parmitano ha dovuto contare su un addestramento speciale e un curriculum eccellente: “Non smetterò mai di ringraziare l’Italia per la formazione che mi ha garantito, partendo dalla scuola fino all’accademia dell’Aeronautica. Nel nostro Paese abbiamo tantissime eccellenze e ce ne dimentichiamo troppo spesso. Anzi, sebbene di questi tempi sia molto impopolare, io voglio ringraziare anche la nostra classe dirigente. A partire dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, col quale ho parlato mentre ero in orbita e che è stato capace di farmi sentire l’affetto di tutti gli italiani”.
Del resto, anche grazie alla missione “Volare”, molte eccellenze del “made in Italy” sono state esportate oltre i confini del mondo: tanti componenti della Stazione Spaziale Internazionale, infatti, arrivano direttamente dalle fabbriche specializzate del nostro Paese e alcuni esperimenti effettuati in orbita – legati a progetti di sviluppo medico e sostenibilità ambientale – sono stati ideati da ricercatore italiani.
“Oltre a essere un grande astronauta – sostiene Volker Liebig, funzionario della Agenzia Spaziale Europea (www.esa.int/ESA) – Luca ha dimostrato di essere un grande comunicatore. Questo è importantissimo per coinvolgere i giovani in un percorso di conoscenza e formazione. L’Italia, come tutta l’Europa, infatti, ha sempre più bisogno di ragazzi che si avvicinino con interesse e profitto alle materie tecniche e scientifiche”.