La tragica fine di Laila El Harim, stritolata da un macchinario in un’azienda della provincia di Alessandria, ha riacceso i riflettori sul triste fenomeno delle morti bianche. Una piaga che ha spinto pochi giorni fa il presidente Mattarella a chiamare il ministro del Lavoro Orlando per informarsi sugli ultimi incidenti e sulle iniziative intraprese dal ministero mente il premier Draghi ha definito “inaccettabile” la situazione sul piano della sicurezza del lavoro affermando che “è stato fatto molto ma occorre fare molto di più”. La situazione difficile del nostro paese è stata certificata dall’INAIL, che ha fatto il punto sui dati sugli infortuni relativi al primo semestre 2021.
Nel periodo gennaio-giugno di quest’anno si registra, rispetto all’analogo periodo del 2020, un aumento delle denunce di infortunio in complesso, un decremento di quelle mortali e una risalita delle malattie professionali.
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di giugno sono state 538, circa 3 al giorno e 32 in meno rispetto alle 570 registrate nei primi sei mesi del 2020 (-5,6%). Il confronto tra il 2020 e il 2021, avverte l’INAIL, richiede però cautela, in quanto i dati delle denunce mortali, più di quelli delle denunce in complesso, sono provvisori e influenzati fortemente dalla pandemia da Covid-19, con il risultato di non conteggiare un rilevante numero di “tardive” denunce mortali da contagio, in particolare relative al mese di marzo 2020. Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di giugno sono state 266.804, quasi 22mila in più (+8,9%) rispetto alle 244.896 dei primi sei mesi del 2020.
I dati rilevati al 30 giugno di ciascun anno evidenziano nei primi sei mesi del 2021 un aumento a livello nazionale degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+17,9%, da 27.201 a 32.065 casi), che sono diminuiti del 33% nel primo bimestre di quest’anno e aumentati del 90% nel periodo marzo-giugno (complice il massiccio ricorso allo smart working nello scorso anno, a partire proprio dal mese di marzo), e un incremento del 7,8% (da 217.695 a 234.739) di quelli avvenuti in occasione di lavoro, calati del 9% nel primo trimestre di quest’anno e aumentati del 34% nel successivo trimestre aprile-giugno.
Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato del 6,7% nella gestione Industria e servizi (dai 209.118 casi del 2020 ai 223.162 del 2021), del 7,3% in Agricoltura (da 12.068 a 12.950) e del 29,4% nel Conto Stato (da 23.710 a 30.692). Si osservano incrementi generalizzati in quasi tutti i settori produttivi tranne, in particolare, in quello della “Sanità e assistenza sociale” e nel settore dell’alloggio e ristorazione (-10,9%).
Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-5,5%), al contrario delle Isole (+19,0%), del Sud (+17,0%), del Centro (+17,0%) e del Nord-Est (+15,6%).
Per quanto riguarda le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi sei mesi del 2021, sono state 28.855, 8.518 in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+41,9%.).
Le patologie denunciate tornano quindi ad aumentare, dopo un 2020 condizionato fortemente dalla pandemia con denunce in costante decremento nel confronto con gli anni precedenti. I vari stop e ripartenze alle attività produttive hanno, infatti, ridotto nel 2020 l’esposizione al rischio di contrarre malattie professionali. Allo stesso tempo lo stato di emergenza, le limitazioni alla circolazione e gli accessi controllati a strutture sanitarie di vario genere hanno disincentivato e reso più difficoltoso al lavoratore la presentazione di eventuali denunce di malattia durante tutto l’anno, rimandandola al 2021.
Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nel primo semestre del 2021, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite da quelle del sistema respiratorio e dai tumori.
Il Governo Draghi sembra consapevole dell’assoluta necessità di limitare morti bianche, malattie professionali e infortuni sul lavoro che, secondo le stime di un progetto internazionale dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (UE-OSHA) costano all’UE almeno 476 miliardi di euro ogni anno. I soli tumori causati dall’attività lavorativa generano costi pari a 119,5 miliardi di EUR.
Il Ministro del Lavoro Orlando ha infatti dichiarato, nel corso dell’audizione nella Commissione d’inchiesta del Senato sulle condizioni del lavoro in Italia, che gli infortuni sul lavoro «pesano sul Pil nella misura del 2,6%, gravando sul sistema sanitario, previdenziale, assicurativo, amministrativo e giudiziario, pesando sull’ economia sana e lo stato sociale».
Un aiuto nella prevenzione e nel contrasto del fenomeno delle morti bianche e della lotta al lavoro sommerso, un grave fattore di rischio in tema di sicurezza sul lavoro, potrà sicuramente arrivare dai 691 nuovi ispettori del lavoro che saranno selezionati con il bando pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 30 luglio 2021.