La Camera dei deputati sta discutendo in questi giorni la proposta di legge sull’equo compenso per i professionisti. L’ultima versione del testo, tuttavia, rischia di creare confusione nel mondo professionale, con una serie di disposizioni che non possono che lasciare perplessi. È necessario chiarire la questione dei parametri di riferimento per le professioni associative, visto che non si capisce chi dovrà individuarli. Il sistema, inoltre, per come è pensato, sembra strutturato in particolare per i professionisti ordinistici, con un riferimento nemmeno troppo velato ad un ritorno delle tariffe professionali.
“La proposta deve essere migliorata”, le parole della presidente del CoLAP Emiliana Alessandrucci. “Avere una norma tanto per averla non serve a niente. La nuova versione del provvedimento è confusa e rischia di creare più problemi che benefici al mondo professionale. Occorre definire le misure insieme alle parti interessate per evitare che si producano testi come questo. È necessario provvedere al più presto a dei correttivi. Abbiamo già le nostre proposte, basterebbe che il tavolo sul lavoro autonomo decidesse di lavorare su queste”.
Il nuovo testo lascia agli ordini la facoltà di definire i parametri professionali da rispettare, senza far riferimento al mondo dei professionisti associativi, per i quali non è chiaro chi dovrà definire i parametri. Questa impostazione, poi, ricorda quella delle tariffe professionali, senza però un riferimento preciso, con il rischio di creare solo confusione ai lavoratori autonomi italiani.
“C’è il tempo per migliorare il testo”, conclude la presidente Alessandrucci, “e siamo fiduciosi affinché la politica accolga le nostre richieste di miglioramento. In un contesto come quello attuale, caratterizzato da una grandissima incertezza per il futuro, non possiamo permetterci norme confuse e potenzialmente dannose”.