“Le piccole e medie imprese devono assumere più laureati e pagarli un po’ meglio. Lo dico senza fare polemica. La differenza che si vede con altri Paesi è che c’è una maggiore propensione soprattutto delle piccole imprese ad assumere laureati con competenze più specifiche. Le idee non le portano i sessantenni, le portano i giovani che hanno appena finito gli studi e sono pronti a sperimentare“. Così il ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, parlando a ‘Wake up Italia’, incontro in streaming sul canale Youtube di Univerona.
“Nei prossimi decreti misure per premiare il merito”. “Abbiamo bisogno di più merito e come Governo faremo un’azione in questa direzione in uno dei prossimi decreti”, ha detto Colao rispondendo a una domanda su come incentivare la meritocrazia. Il ministro afferma che “meritocrazia è un termine che non mi piace, mi piace la parola merito. Perché meritocrazia indica un sistema di prevalenza, il merito è invece un valore, una cosa più alta”. Secondo il ministro “in italia c’è un tema culturale, quando si parla di meritocrazia ci sono reazioni negative. Forse è il termine che le genera. Io – considera Colao – se fossi un ragazzo oggi vorrei che l’attenzione fosse sul merito. Quello che manca oggi, al di la delle norme che possiamo fare, è una spinta dal basso a favore del riconoscimento del merito. Lo dico ai ragazzi che ci stanno ascoltando: dovete riappropriarvi del concetto di merito. Perché il contrario di merito è la mediocrità, la raccomandazione. Se non si va per il merito si va per altre vie meno trasparenti. Siccome in questo Paese ci sono disuguaglianze non giuste, se vogliamo attivare ascensore sociale vero, se vogliamo dare opportunità agli innovatori, alla base non può che esserci il merito. I maggiori beneficiari sono i giovani. Occorre – continua Colao – più spinta da parte dei giovani affinché il merito possa essere riconosciuto come valore importante per disegnare la società del futuro”.
“Codice appalti porta complessità, ci saranno percorsi speciali per il Pnrr”. Rispondendo alla domanda di uno studente universitario che gli chiedeva come il codice degli appalti stia influendo nei progetti che il governo sta portando avanti per il Recovery plan, Colao ha spiegato: “Il codice degli appalti è un livello addizionale di tutela inserito dall’Italia sulle direttive europee, che in molte circostanze, non in tutte, porta rallentamenti e complessità. Quindi per il Pnrr abbiamo definito una serie di percorsi speciali. La domanda è: quali elementi del codice appalti possono essere eliminati e quali semplificati? E quali invece, date alcune specificità dell’Italia, vanno preservati? La risposta è che sicuramente ci sono alcuni aspetti di complessità eccessiva, altri possono essere preservati digitalizzandoli e rendendoli meno pesanti”.
“Bene l’agenzia sulla cybersecurity, ne parlavo da anni”. Il ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale ha anche detto la sua sulla nuova agenzia per la cybersecurity varata dal governo Draghi: “Il discorso della cybersecurity è molto importante. In Italia mancava questa agenzia, erano anni che io ne parlavo e sono molto contento che il Prefetto Gabrielli l’abbia fatta partire. Purtroppo – aggiunge il ministro – sarà una delle professioni del futuro, perché più noi softwarizziamo, dalle serrature alle macchine, agli accessi bancari, alle prestazioni delle macchine in fabbriche e laboratori, più il rischio diventa grande. Quindi la professione della cybersecurity, sia nel pubblico che nel privato, diventerà importante. Tra l’altro – conclude Colao – è una delle cose che se fossi un ragazzo oggi considererei di più”.
– Agenzia DiRE –