Un social network che connette gli utenti in base ai propri interessi e passioni: si presenta così CircleMe, startup italiana fondata da Giuseppe D’Antonio (ex di Google e Dada) e da Erik Lumer. Un team che Giuseppe definisce “fantastico, composto da persone che credono davvero nel progetto”, migliaia di utenti registrati, una continua crescita e finanziamenti importanti: ecco alcuni ingredienti di questa impresa nata in Italia.
“I finanziamenti più rilevanti sono arrivati proprio nel momento in cui abbiamo cominciato a lavorare su questo progetto – sottolinea Giuseppe – Sono arrivate tre tranche, per un totale di circa 2milioni di euro. Nello specifico abbiamo ricevuto 600mila euro iniziali per passare dalla concezione allo sviluppo di un prototipo, successivamente è arrivato un secondo giro e infine un terzo (di quasi un milione di euro), per provare ad attaccare il mercato, crescendo con intensità”.
La nascita dell’idea – “L’idea di CircleMe nasce tre anni fa – spiega Giuseppe – Ha preso vita in seguito a una discussione avvenuta con il mio socio Erik Lumer, americano che prima viveva in Italia. Lui, infatti, aveva lavorato l’anno precedente con la società Cascaad (di cui sono amministratore delegato) a una serie di tecnologie, per studiare l’influenza delle persone all’interno dei social network, in base alle tematiche trattate.
CircleMe nasce, quindi, da una conversazione aperta: ci siamo chiesti come queste tecnologie potevano essere sfruttate dal punto di vista ‘consumer’, considerato il fatto che oggi sui social network è presente un problema legato al disturbo, all’eccessiva condivisione di contenuti che non sempre sono interessanti. Tenendo presente questa problematica, abbiamo pensato al modo per rendere i social network più intelligenti e a partire da questo confronto semplice e diretto ci siamo messi a tavolino per capire se il nostro progetto avrebbe potuto trovare un’applicazione pratica. Così è stato!
La scelta di abbracciare questa impresa è stata condivisa subito con tutti i componenti del team iniziale, che vedeva la presenza di cinque persone. Oggi siamo cresciuti e raddoppiati e non ci fermeremo qui.”
Tra esperienza, ambizione ed entusiasmo – “La mia storia è diversa da tante altre che si leggono sfogliando le pagine dei giornali o in Rete – afferma Giuseppe – Non sono il ragazzo molto giovane che ha iniziato da subito a smanettare con il codice ideando un progetto geniale. Io nasco come ingegnere, con una laurea conseguita in un ateneo americano e quando ho terminato gli studi gli Stati Uniti vivevano un periodo molto positivo per tutte le realtà tecnologiche, sia online, sia offline.
Ho avuto la fortuna di lavorare per sette anni in Manhattan Associates, che per me ha rappresentato una vera e propria palestra e nella quale ho vissuto da vicino la mentalità tipica della startup. Successivamente ho avuto la possibilità di entrare in due realtà molto solide, come Google e Dada, ma ho sempre maturato la voglia di fare qualcosa di mio. Poi, grazie alla conoscenza di Erik, è arrivata l’opportunità di realizzare davvero un progetto personale. Se ripenso a tutto quello che ho portato avanti fino a oggi, per me CircleMe è la cosa più bella che ho realizzato e quella che riesce a darmi più soddisfazione.”
“Il nostro team è composto da stelle” – “Una delle principali difficoltà è riuscire ad avere un team di assoluta qualità – conclude Giuseppe – non ci si può permettere di avere in squadra un professionista mediocre, perché la carenza, in un gruppo piccolo, si avvertirebbe subito. Il team deve essere composto solo da stelle, ma le stelle non si devono misurare solo in base alle capacità tecniche: una parte fondamentale, infatti, riguarda la loro motivazione, passione e la loro dedizione nei confronti del progetto. Lavorare in una startup è come guidare un’auto che viaggia a 300km/h e per farlo nel migliore dei modi ogni membro del team deve avere delle caratteristiche professionali e personali in linea con il progetto.
Personalmente sono sempre alla ricerca di talenti da inserire all’interno della nostra squadra e devo riconoscere che in Italia ci sono molte persone, molti giovani con voglia di fare, soprattutto in questo momento. Non possono credere, però, che il settore web sia semplice e rappresenti una strada facile. Bisogna studiare, impegnarsi: molte volte, infatti, leggendo i curriculum delle persone che scrivono a CircleMe per proporre la proporre candidatura noto una scarsa preparazione. Ad esempio, per le posizioni legate all’area marketing non si può pensare di non conoscere il mondo di Google AdWords, gli strumenti legati ai social media e queste capacità non si possono apprendere all’interno dell’università. I ragazzi, quindi, se vogliono davvero venire a lavorare in una startup come la nostra devono studiare e fare esperienza anche in modo autonomo, informandosi, smanettando molto, prima di essere pronti per un colloquio. La passione e la motivazione, infatti, non bastano per entrare a far parte del team.”
Per saperne di più: circleme.com