La mobilità di merci e persone è fortemente cambiata negli ultimi decenni, gli spostamenti sono diventati più rapidi, interconnessi e digitalizzati. Per questo dovremo immaginarci nuove trasformazioni da qui ai prossimi 50 anni considerando che lo scenario è in continua evoluzione. Parte degli attuali lavori presto scompariranno, per essere sostituiti da meccanismi e soluzioni robotizzate che svolgeranno le mansioni al posto dell’uomo: ciò non significa che l’uomo sarà messo da parte, anzi, i nuovi lavori richiederanno nuove competenze cui l’uomo dovrà adeguarsi attraverso la formazione. Tuttavia, per formare futuri lavoratori altamente qualificati ed all’altezza della sfida tecnologica e verde, è necessario fornire loro le giuste competenze: per fare ciò il nostro Paese deve investire di più in ricerca, sviluppo e formazione se si ambisce ad essere competitivi con le più note superpotenze, come Cina e Stati Uniti, leader mondiali nell’innovazione.
L’UNEP (United Nations Environment Programme) ha definito chiaramente come vanno intesi i Green Jobs: “si definiscono green jobs quelle occupazioni nei settori dell’agricoltura, del manifatturiero, nell’ambito della ricerca e sviluppo, dell’amministrazione e dei servizi che contribuiscono in maniera incisiva a preservare e/o restaurare la qualità ambientale“. Da uno studio condotto da Legambiente e Green Factor, ben l’80% delle aziende italiane richiede già ai propri candidati competenze green, stimando una crescita dell’8% dei nuovi green jobs per i prossimi anni e del 26% per i prossimi 5 anni.
Tali lavori devono ben conciliarsi con il rispetto dell’ambiente e il miglioramento delle condizioni di vita delle persone. Buona parte di questi lavori mirano pertanto a ripensare e a ri-organizzare la mobilità – settore che influisce in buona parte sull’inquinamento – di merci e persone, sia a livello nazionale che internazionale. In questi anni, anche se ancora lentamente, si stanno intravedendo le prime figure del futuro, quali manager della mobilità che hanno il compito di pianificare, programmare piani di modalità – all’interno dei centri urbani e non – finalizzati alla riduzione della circolazione di veicoli e ad incentivare all’uso di sistemi alternativi di trasporto (per esempio la bici su cui già esistono i primi bike manager); manager che devono conciliare la digitalizzazione dei servizi con offerte sempre più green e più rispettose della salute del pianeta e delle persone. Nasceranno manager energetici che dovranno guidare gli utenti della strada all’uso di risorse ed energie alternative a basso impatto ambientale (electric fuel, idrogeno, LNG…).
La mobilità sostenibile deve essere intesa come opportunità – e non con un limite – di crescita, di innovazione e di maggiore competitività per le imprese e per gli operatori del settore.