(Labitalia) – “Dirigenti e supervisori non servono. Gli staff sono un costo. L’unico responsabile è il presidente”. E’ una filosofia produttiva particolarmente controcorrente quella del giapponese Yoshihito Wakamatsu, il guru del sistema produttivo Tps (Toyota production system), che ancora oggi caratterizza la produzione di carrelli Toyota, ed è stato portato in Italia dalla società di consulenza Considi. Un sistema che azzera le gerarchie, coinvolge maggiormente i dipendenti, con l’obiettivo di creare una sorta di ‘sistema nervoso autonomo’ nell’azienda che agisce con una sorta di indipendenza intrinseca.
Non è anarchia, tutt’altro: è un sistema di redistribuzione delle responsabilità che, in Italia, può incontrare numerose resistenze. “Il 90% dei manager – spiega Fabio Cappellozza, presidente di Considi – dà ordini, comanda e impone il suo controllo. E’ l’opposto di quello che bisognerebbe fare. Gli errori – continua – devono essere evidenziati con serenità e il manager e il dipendente devono essere in grado di affrontarli con coraggio”. E senza una colpevolizzazione, sottolinea: “In questo modo, i processi produttivi diventano sempre più efficaci e le persone riescono ad approcciare i processi nella loro interezza”, perché “la vera cultura aziendale sono le persone che producono”.
A volte non basta migliorare. Bisogna “rivoluzionare e ridisegnare tutti i passaggi delle fasi produttive”, bisogna capire “esattamente quello che vuole il cittadino, di cosa ha realmente bisogno”. “E questo – spiega Wakamatsu – sia nella pubblica amministrazione che in ogni altro genere di servizi”. Ogni azienda, inoltre, nel concreto “deve porsi degli obiettivi sull’indebitamento e sui ricavi: l’obiettivo deve essere uno e tutto deve andare solamente in quella direzione”. Gli obiettivi, per il guru giapponese Wakamatsu, possono essere, ad esempio, il rapporto tra ricavi e indebitamento. Puntare a un target, quindi, e lavorare per mantenerlo. E questo è, in realtà, tutto il contrario di quella “rigidità” degli schemi produttivi che tanto caratterizza la penisola italiana e in parte tutto il Vecchio Continente. “Le aziende – spiega sempre Cappellozza – sono cresciute su un modello fordista. Processi semplici per gestire le responsabilità. Ma questo è un sistema che funzionava quando, nel mercato, chi aveva il coltello dalla parte del manico era sempre il produttore. Oggi – precisa – è il consumatore ad avere un peso maggiore”.
In questo scenario, se le piccole medie imprese rimangono “ancorate a modelli rigidi impostati dall’alto” non possono più “competere e reggere” alle sfide della globalizzazione. Per partire, basterebbe iniziale da semplici regole che Wakamatsu, nei suoi testi, sintetizza così: “Non si superano i competitor copiandoli; le aziende esistono grazie agli uomini; bisogna fidarsi delle persone e non delle macchine; l’intelletto dell’uomo è infinito; i risultati di ieri non sono i successi di oggi”.
Molti degli insegnamenti di Yoshihito Wakamatsu sono contenuti nel quarto volume della collana editoriale ‘Toyota Way’ in uscita nelle librerie a fine novembre (edizioni FrancoAngeli). Con già tremila copie vendute, prevede 16 pubblicazioni degli scritti del guru del Toyota Production System.
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Che cosa sarebbero i “carrelli Toyota”?