“Io sono amore”, il primo libro in uscita il 6 maggio di Francesca Fioretti, compagna del calciatore viola Davide Astori, scomparso per una tachiaritmia cardiaca prolungata nel 2018.
In un’intervista con il settimanale “Grazia”, Francesca si racconta e spiega come grazie a sua figlia Vittoria, sia riuscita a superare quel grandissimo momento di dolore per la perdita del suo compagno di vita.
Un dolore intenso e improvviso, che in questi 3 anni ha trasformato in forza per amore della sua bambina.
“Alleviare il dolore di Vittoria è stata la mia priorità. L’ho portata nella stessa scuola fino alla fine dell’anno scolastico, volevo che crescesse nella normalità, anche se la condizione era tragica. Non ho modificato le sue abitudini, che sarebbero poi cambiate perché non avrebbe più visto il padre. Se fossi stata da sola forse sarei volata in India, chissà. Da un lato, forse, sarebbe stato più semplice. Ma da un altro lato sarebbe stata più dura, perché Vittoria è un motivo di vita. Il mio forte istinto materno mi ha resa più determinata a fare le cose bene per lei”.
Un lavoro introspettivo lungo e profondo. Un cammino di rinascita dedito alle cure di Vittoria: “Ho imparato a pensare prima a me che a mia figlia. In terapia insegnano che se la mamma è felice anche il figlio potrà esserlo. Altrimenti è dura per entrambi. All’inizio, quando al parco incontravo un papà con il figlio, temevo che Vittoria percepisse quell’assenza. La terapeuta mi ha spiegato che i bambini così piccoli non capiscono il dolore come gli adulti, siamo noi a rifletterlo su di loro. E a condizionarli”
Durante l’intervista continua: “Ho capito che non possiamo decidere tutto della nostra vita: a mezzanotte scrivevo un messaggio al mio compagno e alle 9 del mattino non c’era più”. Da madre, la sua unica premura era che la bambina non percepisse il distacco dal padre come un trauma: “Quando mi chiede: ‘Dov’è il mio papà?’, le dico di pensare a un posto bello, il più bello per lei. L’altro giorno mi ha risposto: ‘Il mare’. E io le ho detto che allora lui si trova lì. Anche se poi è sempre qui con noi”.