Arrestati in Francia sette ex terroristi italiani condannati per atti compiuti tra gli anni ’70 e ’80. Lo ha annunciato l’Eliseo in un comunicato, spiegando che l’operazione di polizia è avvenuta su mandati di arresto italiani. Il palazzo presidenziale francese ha anche spiegato che altri tre ex terroristi non erano presenti in casa al momento dell’intervento delle forze dell’ordine e sono quindi ricercati. Tra gli arrestati ci sono Giorgio Pietrostefani, condannato in via definitiva a 22 anni per l’omicidio a Milano nel 1972 del commissario Luigi Calabresi, ma fuggito in Francia prima della sentenza definitiva, e Narciso Manenti, condannato in via definitiva all’ergastolo con l’accusa di essere l’esecutore materiale dell’omicidio dell’appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri, avvenuto a Bergamo nel 1979. Fermati anche Marina Petrella, Enzo Calvitti, Roberta Cappelli, Giovanni Alimonti, e Sergio Tornaghi. I tre ricercati sono invece Maurizio Di Marzio, Raffaele Ventura e Luigi Bergamin. “Soddisfazione” è stata espressa dal presidente del Consiglio Mario Draghi, mentre la ministra della Giustizia Marta Cartabia ha ringraziato le autorità transalpine per la collaborazione che ha portato a uno “storico risultato”.
Il cambio di rotta di Macron sulla dottrina Mitterrand
Nelle scorse settimane, la ministra della Giustizia Marta Cartabia aveva incontrato il suo omologo transalpino Eric Dupond-Moretti, chiedendogli di assicurare alla giustizia gli ex terroristi fuggiti in Francia e protetti dalla dottrina Mitterrand, la politica messa in atto negli anni Ottanta per non concedere l’estradizione ai ricercati imputati per reati violenti di ispirazione politica che avessero rinunciato a ogni forma di violenza. Alla base della decisione dell’ex presidente socialista l’idea che il sistema giudiziario italiano negli anni di piombo non fosse imparziale. Nella nota emessa dopo gli arresti, l’Eliseo ha precisato che le richieste delle procure italiane “rientrano strettamente nel quadro della dottrina Mitterrand in quanto autori di crimini di sangue” e che la Francia, anch’essa colpita dal terrorismo, “comprende la necessità assoluta di giustizia delle vittime“. Per Macron l’operazione è parte della “pressante esigenza di costruire un’Europa della giustizia, in cui la fiducia reciproca deve essere al centro. Gli arresti sono giunti nel giorno in cui il Consiglio dei ministri francesi discute un disegno di legge sulla “prevenzione di atti di terrorismo e intelligence”, anche sulla scia dell’omicidio di un’agente di polizia da parte di un cittadino tunisino definito “radicalizzato” avvenuto la settimana scorsa nei dintorni di Parigi.
Draghi: “Soddisfatti, memoria di atti barbarici ancora viva”
“Il governo esprime soddisfazione per la decisione della Francia di avviare le procedure giudiziarie, richieste da parte italiana, nei confronti dei responsabili di gravissimi crimini di terrorismo, che hanno lasciato una ferita ancora aperta. La memoria di quegli atti barbarici è viva nella coscienza degli italiani”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio Mario Draghi a proposito dell’operazione della polizia francese. “A nome mio e del governo – ha aggiunto il premier -, rinnovo la partecipazione al dolore dei familiari nel ricordo commosso del sacrificio delle vittime”.
Cartabia: “Risultato storico, ringrazio la Francia per la collaborazione”
“Ha una portata storica la decisione della Francia, di rimuovere ogni ostacolo al giusto corso della Giustizia per una vicenda che è stata una ferita profonda nella storia italiana, per l’alto tributo di sangue versato e per l’attacco alle Istituzioni della Repubblica. Il mio pensiero oggi va innanzitutto alle vittime degli anni di piombo e ai loro familiari, rimasti per così tanti anni in attesa di risposte.” Così la ministra della Giustizia Marta Cartabia, che ha ringraziato le autorità francesi “e in particolare il ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, che fin dal nostro primo incontro ha mostrato una particolare sensibilità verso questa pagina drammatica del nostro Paese e una determinata volontà di collaborazione“. La Guardasigilli ha spiegato che nelle ultime settimane “c’è stato un intenso scambio di contatti a vari livelli delle Istituzioni, che hanno permesso di raggiungere questo storico risultato”.
Di Maio: “Massimo impegno contro il terrorismo”
“Si è appena conclusa una operazione antiterrorismo in Francia che vede l’arresto di sette ex membri delle Brigate Rosse italiane. Una imponente operazione che ha visto la collaborazione delle autorità francesi e italiane, con il coinvolgimento dell’esperto di sicurezza della nostra Ambasciata a Parigi”. Lo ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. “Erano stati accusati e condannati in Italia per atti di terrorismo connessi a fatti di sangue tra gli anni ’70 e ’80. Massimo impegno per contrastare criminalità e terrorismo. Non si può fuggire dalle proprie responsabilità, dal dolore causato, dal male generato. Grazie al ministero della Giustizia – ha proseguito Di Maio -, che negli ultimi anni ha agito con incisività, al servizio di cooperazione internazionale della Criminalpol e all’Antiterrorismo della Polizia di Stato italiana che hanno lavorato notte e giorno per concretizzare questa operazione di antiterrorismo”. Il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia ha invece parlato di “risultato storico” commentando su Twitter l’arresto degli ex terroristi, facendo un plauso corale per “la collaborazione tra le due polizie italiana e francese, il Servizio di cooperazione internazionale di polizia della Criminalpol e l’Esperto per la sicurezza della Polizia di Stato”. I sette ex terroristi dovranno comparire davanti alla giustizia francese, che deciderà sull’estradizione chiesta dall’Italia.
Bazoli: “Sanata una evidente ingiustizia”
“La decisione della Francia di arrestare e mettere a disposizione del nostro Paese numerosi ex terroristi condannati per reati commessi negli anni di piombo è una buona notizia. Si pone finalmente fine all’ambigua e discutibile dottrina Mitterrand che concesse asilo a tali persone sulla scorta di un presupposto fuorviante e sbagliato, e cioè che essi vennero condannati in assenza di garanzie e di bilanciate regole di diritto”. Così il capogruppo del Pd in commissione Giustizia alla Camera, Alfredo Bazoli. “Una teoria priva di fondamento – ha sottolineato l’esponente dem -, che in qualche modo ha messo in dubbio la legittimità della vittoria della democrazia italiana contro le minacce eversive di anni terribili. E che ha altresì causato ulteriori sofferenze ai parenti delle vittime, privati del senso di giustizia derivante dall’applicazione delle pene irrogate ai colpevoli. Si sana così una evidente ingiustizia e si riconosce all’Italia il pieno rispetto, oggi come allora, delle regole dello stato di diritto. Spetterà ora alla giustizia del nostro Paese, secondo le nostre norme, stabilire se e come dovranno scontare le pene residue gli ex terroristi catturati”.
Calderoli: “Finalmente, anche se con troppi decenni di ritardo”
“Finalmente. Anche se con troppi decenni di ritardo finalmente sono stati arrestati alcuni dei più noti terroristi italiani finora ospitati e protetti dalla Francia nonostante le condanne definitive emesse dai tribunali italiani”. Lo ha dichiarato il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, dopo l’operazione della polizia francese. “Finalmente, una volta che saranno espletate le procedure di estradizione, potremo far scontare le loro lunghe pene detentive a questi assassini sfuggiti alla nostra giustizia. E da bergamasco – ha aggiunto Calderoli – sono particolarmente felice per la cattura di Manenti. Finalmente daremo giustizia a questi nostri due tutori dell’ordine, a Calabresi e Guerrieri, ai loro corpi di appartenenza, alle istituzioni, ma soprattutto alla loro memoria e alle loro famiglie: ora questi due assassini vanno estradati il prima possibile”.
– Agenzia DiRE –