Dopo la presentazione di ieri alla Camera del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per il premier Mario Draghi è il momento della replica ai deputati a Montecitorio. “Il governo del piano sarà definito in un provvedimento normativo che sarà adottato a breve”, annuncia il presidente del Consiglio, che risponde alle proteste delle opposizioni, che avevano lamentato il poco tempo a disposizione per analizzare il Recovery plan elaborato dal Governo. “Voglio ribadire il più profondo rispetto che il Governo e io abbiamo per il Parlamento. Indubbiamente i tempi per la presentazione del Pnrr erano ristretti, se si arriva prima si ha accesso ai fondi prima“. “Sul Piano il dialogo non è finito – rassicura il premier -, qui il contributo che il Parlamento può dare è solo all’inizio, queste riforme verranno adottate con strumenti legislativi su cui il Parlamento avrà un ruolo determinante, quindi la collaborazione tra potere legislativo e esecutivo è fondamentale ora e lo sarà ancora di più nei mesi a venire”.
“Enti locali decisivi, ma il coordinamento è complesso”
Il Pnrr consente “investimenti che sarebbero stati impossibili, impensabili fino a pochi giorni fa”, sottolinea Draghi, che poi chiarisce sui fondi destinati al Mezzogiorno. “Ho detto” che al Sud vanno “80 miliardi ma in effetti sono 82. Il 40 per cento delle risorse rispetto al 34 per cento della popolazione ed è molto più alta anche rispetto al Pil. La visione del Governo è far ripartire e poi accelerare la convergenza del Mezzogiorno, ferma ormai da mezzo secolo”. Per il premier “la vera sfida è quella di trovare un modo di attuazione del piano dove amministrazioni locali ed esecutivo centrale trovino uno schema di Governo del Pnrr, questa è la vera governance. Non è tanto cosa fa Palazzo Chigi e che comitati si formano, questo è il punto nodale”. Draghi ribadisce che gli enti locali “sono i veri attuatori del piano a cui vengono destinati 90 miliardi, sono loro che hanno maggior contezza del territorio, non c’è Stato contro enti locali, è esattamente il contrario. È il messaggio che abbiamo dato all’inizio e viene confermato nel Piano”. Il coordinamento però è “complesso” e se fosse necessario si costituiranno “gruppi di lavoro, squadre che possano aiutare e rinforzare il lavoro degli enti locali“, aggiunge.
“Banda larga ovunque entro il 2026, basta divari digitali”
“Il piano asili nido porterà a 230mila nuovi posti destinati ai bimbi più piccoli. Credo sia una stima prudenziale”. Lo annuncia a Montecitorio il premier Draghi, nel corso della replica alla Camera sul Pnrr. “Sulla banda larga e sul 5G con un investimento di oltre 6 miliardi vogliamo raggiungere l’obiettivo entro il 2026 di mettere la banda larga ovunque senza distinzioni territoriali ed economici. A maggio realizzeremo una mappatura per identificare le aree che necessitano di un contribuito statale per assicurarci che non si creino ulteriori divari digitali”.
“Totalmente d’accordo con la proroga del superbonus 110%”
Il presidente del Consiglio conferma poi l’impegno del Governo sul superecobonus. Nel Pnrr e nel fondo complementare sono stanziati 18 miliardi, gli stessi previsti prima con estensione al 2023 per le case popolari. “Per il futuro il Governo si impegna a inserire ne ddl di bilancio 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023 tenendo conto dei dati della sua applicazione nel 2021. Io sono completamente d’accordo: l’ecobonus tira poco perché le procedure sono troppo complesse”, sottolinea Draghi.
“Per Roma iniziativa specifiva da mezzo miliardo”
Nel Recovery plan il Governo ha preso “una iniziativa specifica che si chiama ‘Caput mundi’ per la città di Roma, da 500 milioni di euro”. Lo annuncia il premier in aula alla Camera, replicando sul Pnrr. Si tratta di “un pacchetto di misure per la messa in sicurezza dei luoghi pubblici e gli edifici storici, per rinnovare parchi e giardini storici e spero anche non storici; digitalizzare il patrimonio culturale” e far partire dalla Capitale percorsi turistici “meno noti e non meno unici”. E sul tema della concorrenza, Draghi chiarisce: “Non sostengo che la concorrenza sia il toccasana in tutte le situazioni, assolutamente no. Nella maggioranza delle situazioni è meglio la concorrenza regolata, non la concorrenza senza regole, ma queste sono cose che abbiamo imparato a nostre spese negli ultimi anni“.
“Vera alta velocità su Salerno-Reggio Calabria è novità Roma-Pescara”
“Sulla Salerno-Reggio Calabria ci sarà vera alta velocità. Coi treni che potranno viaggiare a 300 chilometri orari“. Lo chiarisce, con il sorriso, il presidente del consiglio Mario Draghi, in sede di replica alla Camera. Per l’alta velocità “il piano e il fondo complementare prevedono investimenti per oltre 15 miliardi“. Il premier osserva che “tutte le linee ad alta velocità non sono progetti vecchi, ma estremamente innovativi. La Roma-Pescara è una novità assoluta. Il raddoppio del binario sulla linea esistente della Palermo-Catania-Messina va incontro ad un’esigenza avanzata dalla regione Sicilia”.
“Snellire le norme sugli appalti e aumentare fondi per la ricerca”
“L’On. Fioramonti di Facciamo Eco – Federazione dei Verdi ha posto la questione dei fondi stanziati per la ricerca. Hanno sottolineato loro stessi nella domanda che le risorse sono aumentate rispetto alla precedente versione nel Piano. Non basta: oltre al Pnrr, la ricerca di base deve ricevere un maggiore supporto con le politiche ordinarie, ed essere sottoposta a valutazione in modo da verificare l’efficacia degli investimenti”. E a proposito di appalti e concessioni, la strategia del Governo Draghi è di puntare sulla “semplificazione delle norme in materia, obiettivo essenziale per la riuscita del Piano e, più in genere, per il rilancio del settore delle costruzioni. In merito agli appalti – aggiunge il premier – intendiamo riformare la disciplina nazionale, sulla base delle tre direttive Ue (2014/23, 24 e 25), per renderla più snella rispetto a quella vigente, anche sulla base di una comparazione con la normativa adottata in altri Stati membri dell’Unione europea. A tal fine, si interverrà con una legge delega, da presentare entro il 2021. Inoltre, intendiamo prorogare le semplificazioni adottate con il DL 76/2020 fino al 2023″.
“Accelerare sui pagamenti della pubblica amministrazione”
“Sui tempi di pagamento della pubblica amministrazione, il Governo si impegna a implementare l’attività di monitoraggio già in corso con la Piattaforma per i crediti commerciali gestita dal ministero dell’Economia”. Lo spiega Mario Draghi all’Aula di Montecitorio. “Contestualmente, si provvede a rafforzare l’attività di sensibilizzazione nei confronti delle pubbliche amministrazioni per il miglioramento dei processi necessari ad accelerare le procedure di pagamento. Infine, le azioni di rafforzamento della PA previsto nel Pnrr contribuiranno a migliorare la situazione dei pagamenti”.
“Riforma del fisco decisiva per rispondere alle debolezze del Paese”
Nel corso della replica alla Camera, il presidente del Consiglio parla anche della riforma del fisco: “Fa parte di quell’insieme di riforme che, sebbene non ricomprese nel perimetro delle azioni previste dal Piano, devono accompagnarne l’attuazione. La riforma fiscale è tra le azioni chiave per dare risposta alle debolezze strutturali del Paese e in tal senso è parte integrante della ripresa che si intende innescare anche grazie alle risorse europee”. Per riformare il sistema fiscale, spiega Draghi, è “auspicabile una ampia condivisione politica. Il Governo si è impegnato a presentare una legge delega entro il 31 luglio 2021. Il Parlamento sarà pienamente coinvolto e svolgerà un ruolo di primo piano attraverso l’indagine conoscitiva sulla riforma dell’Irpef avviata dalla Commissioni parlamentari e tuttora in corso di svolgimento. Le indicazioni che proverranno dal lavoro delle Commissioni saranno adeguatamente riflesse nel testo del disegno di legge delega”, sottolinea. “È presto per dare risposte su quale sarà la riforma del fisco – precisa Draghi – È essenziale che il lavoro del Parlamento giunga a compimento e che vengano fornite indicazioni politiche quanto più condivise e puntuali possibili. Per realizzare in tempi certi la riforma definendone i decreti attuativi il Governo, dopo l’approvazione della legge di delega – ribadisce – istituirà una Commissione di esperti“.
“Un miliardo per lo sport, ridare dignità fin dalla scuola primaria”
“L’Italia da anni reclamava un piano sulle politiche sportive. Con un miliardo di investimenti nel Pnrr da oggi lo sport ha piena dignità nelle politiche pubbliche del nostro Paese, anche per lo stretto legame che c’è tra l’attività sportiva, il benessere e la coesione sociale. Intendiamo potenziare le infrastrutture per lo sport e favorire le attività sportive a cominciare dalle prime classi delle scuole primarie“. Lo dice il premier Mario Draghi in aula alla Camera, durante la replica sul Recovery plan. Per il premier “delle infrastrutture sportive scolastiche beneficerà inoltre l’intera comunità territoriale, al di fuori dell’orario scolastico attraverso convenzioni e accordi con le stesse scuole, gli enti locali e le associazioni sportive e dilettantistiche locali”.
“Fare in fretta sulla transizione energetiva, senza riforme ci vorranno 40 anni”
Per quanto riguarda il tema del consumo di suolo, “che ha particolare rilievo nel Piano“, il Governo “si impegna a presentare una legge”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi all’Aula di Montecitorio. “Come esempio di questa attenzione – dice il premier – voglio citare l’investimento ‘parco agrisolare‘, che sarà realizzato senza consumo di suolo”. Per quanto riguarda la commissione sulla Valutazione d’Impatto Ambientale, “la durata media della conclusione dei procedimenti è di oltre due anni. Non sono tempi compatibili con le infrastrutture di cui abbiamo bisogno, e che, ricordo, mettiamo in campo anche per andare incontro agli obiettivi ambientali. Le riforme che proponiamo portano a una riduzione dei tempi, anche con il rafforzamento della capacità del nuovo ministero della Transizione ecologica”. Ad esempio, il target per la produzione energetica pulita posta dal Pnrr “previsto è il 72% dell’elettricità globale da fonte rinnovabile nel 2030. Vuol dire installare circa 70 GigaWatt di potenza rinnovabile nei prossimi 10 anni. Il ritmo attuale è 0,8. Dunque tutto dipenderà da quanto saremo in grado di rispettare la tabella di marcia del Piano, riducendo al minimo i ritardi nell’implementazione delle infrastrutture energetiche. O attuiamo le riforme o la transizione energetica ci vorranno, non so, 30 o 40 anni, fate voi”, conclude il premier.
– Agenzia DiRE –