Nel 2019 la Commissione europea lancia il Green Deal, un piano d’azione molto ambizioso da quasi mille miliardi che mira a rendere l’Europa il primo continente carbon-free entro il 2050, concentrando gli sforzi su alcuni punti: zero pollution, affordable and secure energy, smarter transport, high quality food.
Nello specifico, il Green Deal si concentra sulle seguenti 10 aree tematiche: Increasing climate ambition: cross-sectoral challenges (area 1); Clean, affordable and secure energy (area 2); Industry for a clean and circular economy (area 3); Energy and resource-efficient buildings (area 4); Sustainable and smart mobility (area 5); Farm to Fork (area 6); Restoring biodiversity and ecosystem services (area 7); Zero-pollution, toxic-free environment (area 8); Strengthening our knowledge in support of the European Green Deal (area 9); Empowering citizens for transition towards a climate neutral, sustainable Europe (area 10).
Particolare attenzione viene data all’area 5 con oggetto la mobilità intelligente e sostenibile su cui la Commissione europea ha proposto ben 82 iniziative. A questo proposito, il trasporto è e sarà cruciale nei prossimi anni: in un mondo globalizzato e fortemente interconnesso, persone e merci si muovono quotidianamente, contribuendo per il 25% all’emissione di gas a effetto serra nell’atmosfera in tutta l’UE. Il sistema della mobilità deve essere ripensato in termini di sostenibilità, competitività e sicurezza. Come anche dichiarato da Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal: “Per raggiungere i nostri obiettivi climatici, le emissioni del settore dei trasporti devono registrare una chiara tendenza al ribasso”.
A che punto è l’Italia? L’Italia è solo all’inizio e molto deve ancora fare per adeguarsi agli obiettivi UE. Più dell’80% delle merci in Italia viaggia su gomma, meno su rotaia e via mare. Non è sufficiente acquistare/noleggiare mezzi meno inquinanti, seppur contribuisca alla riduzione di gas inquinanti, ma è necessario implementare la rete infrastrutturale italiana, spesso carente, affinché si possa dar luogo a sistemi di trasporto multimodali ed integrati. Nell’ottica di incrementare la competitività, è importante incentivare la creazione di network e di partnership tra aziende per permettere più investimenti green e un abbattimento dei costi iniziali. Anche sulla digitalizzazione, l’Italia non scala la classifica europea: troppa burocrazia, troppa modulistica cartacea blocca la rapidità e l’efficienza degli spostamenti, mentre una maggiore informatizzazione e logistica 4.0 semplificherebbe le fasi di trasporto garantendo puntualità e sicurezza di merci e/o persone trasportate.
Nel riferirsi alla smart mobility, l’UE intende altresì rendere la mobilità – soprattutto quella dei centri metropolitani – più sostenibile, riducendo e disincentivando l’uso del mezzo privato, attraverso la diffusione di strumenti di sharing mobility: carsharing, carpooling, micro mobilità urbana (monopattini, bici…), incentivare i mezzi di trasporto pubblico prevedendo tariffe agevolate e/o fornendo alle compagnie mezzi green (elettrici, ibridi o a idrogeno) come fattore attrattivo per gli utenti sempre più sensibili alla sostenibilità.