In marzo sono state immatricolate in Italia 169.684 auto con una crescita del 497,2% sullo stesso mese dello scorso anno. Questo eccezionale tasso di sviluppo – spiega il Centro Studi Promotor in una nota – non è certo dovuto ad una situazione particolarmente florida del mercato dell’auto, che anzi è ancora in serie difficoltà, ma semplicemente al fatto che il confronto si fa con marzo 2020 che è stato il primo mese interessato dagli effetti della pandemia e che fece registrare un vero crollo delle immatricolazioni scese a 28.415 unità. Se si confronta il dato del marzo scorso con quello dell’ultimo mese “normale”, marzo 2019, la crescita sparisce e si registra anzi un calo del 12,7%.
Il risultato del marzo scorso è dunque negativo, anche se nel primo trimestre del 2021 l’andamento del mercato automobilistico italiano è migliore di quello dei principali paesi dell’Unione Europea. E ciò perché in Italia, con grande lungimiranza, si sono previsti incentivi per il primo semestre 2021 anche per sostenere le vendite di vetture ad alimentazione tradizionale, ma comunque con emissioni non superiori a 135 gr/km di CO2. Questa decisione è stata molto opportuna per due ragioni. La prima è che gli incentivi in vigore fin dal 2019 per le auto elettriche, anche se decisamente generosi, non sono sufficienti per determinare un volume di vendite che possa compensare l’impatto della pandemia e ciò per la forte carenza di punti di ricarica per le batterie. La seconda ragione è che le case automobilistiche traggono le risorse per investire nell’elettrico essenzialmente dalle vendite di auto tradizionali e quindi, nel periodo di transizione all’elettrico, sostenere anche le auto tradizionali con emissioni virtuose contribuisce ad accelerare la svolta elettrica. A ciò si aggiunge che la sostituzione di un’auto in un parco vecchio come il nostro ha un grande impatto anche sulla sicurezza oltre che sul contenimento delle emissioni.
Va comunque segnalato che i fondi stanziati per gli incentivi alle auto tradizionali per il primo semestre 2021 sono praticamente esauriti. Oggi, 1° aprile, i fondi disponibili ammontano a 15 milioni di euro, una cifra sufficiente per la prima settimana del mese dopodiché il mercato dell’auto subirà in pieno l’impatto della pandemia con effetti devastanti. Basti pensare che durante il lockdown di aprile 2020 le vendite calarono del 97,5%. “E’ quindi assolutamente necessario – sostiene Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – che il Governo rifinanzi in maniera adeguata, per l’intero 2021, lo stanziamento necessario per gli incentivi alle auto ad alimentazione tradizionale con emissioni comunque contenute. In mancanza di un rifinanziamento tempestivo ed adeguato il mercato dell’auto nel 2021 collasserà e non si può pensare che il sistema economico italiano recuperi l’effetto della pandemia con un comparto di straordinaria importanza, che con il suo indotto vale il 12% del Pil, in coma profondo”.