Le sfide degli ultimi anni, tra industria 4.0, digital transformation e soprattutto pandemia da Covid-19, hanno portato tutte le aziende, indipendentemente da dimensioni o settore, a riflettere seriamente sulla gestione tempo e sull’organizzazione lavorativa. Abbiamo iniziato a parlare, quasi quotidianamente, di smart working ma nessuno si è posto un problema ben più ampio: la costruzione di quello che potremmo definire smart management.
“Negli ultimi mesi, ci siamo resi conto – dichiara Joelle Gallesi, Managing Director di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato – di quanto non esista nulla di più statico e fermo del ruolo aziendale che, soprattutto a livello manageriale, necessita di un ripensamento. Il focus si è spostato in maniera determinante, e in futuro penso sarà sempre più così, dalle competenze tecniche (che rimarranno sempre indispensabili, ma che daremo sempre più per scontate) alle capacità più soft, legate soprattutto alla capacità di adattarsi al contesto”.
Hunters Group ha sintetizzato questo nuovo modello organizzativo con 6V – Volumi, Velocità, Varietà, Veridicità, Variabilità e Valore delle informazioni trattate – che rappresentano gli ingredienti indispensabili per uscire dalla crisi ed adattarsi a un contesto sempre più competitivo, globalizzato e in costante evoluzione. Sono tutti elementi che arrivano dal settore dei big data e che diventano un criterio indispensabile anche per valutare la preparazione di un buon manager.
La capacità di leggere, comprendere o interpretare un numero importante di dati, la visione d’insieme ma allo stesso tempo la capacità di analisi del particolare e la capacità di trasmettere le informazioni attraverso il proprio network creando relazioni valore sono solo alcune tra le caratteristiche maggiormente richieste per coloro che si trovano a guidare un team, spesso anche a distanza. E’ chiaro che, al di là della competenza tecnica che contraddistingue un particolare job title aziendale, oggi al manager è richiesto un approccio interdisciplinare.
Un cambiamento di paradigma che si riflette anche nelle richieste da parte delle aziende: aumentano, ad esempio, le opportunità per neuroscienziati per il mondo e-commerce, che sappiano le connessioni esistenti tra le diverse aree cerebrali e i comportamenti manifesti a vantaggio delle vendite, ma anche neuromarketer in grado di gestire la comunicazione verso la propria customer base. E ancora: manager della sostenibilità che guardino a temi di sostenibilità a 360°, smart city manager per le utilities oppure eco Avvocati, esperti in Architettura e Bio edilizia.