Ligabue SpA ha in gestione le piattaforme Off-Shore della GNL Adriatico Srl dove svolge tutte le attività di ristorazione e servizi alberghieri con il proprio personale abilitato. In questo periodo di pandemia, impone ai propri dipendenti turni di lavoro continuativi e raddoppiati rispetto a quanto stabilito nella contrattazione collettiva di settore. Attualmente gli operatori alla mensa di bordo sono impegnati per 28 giorni continuativi (cui corrispondono 24 giorni di riposo) a fronte di un obbligo contrattuale che prevede turni di 15 giorni a bordo e 13 a terra.
“Una decisione presa unilateralmente – denuncia in una nota la Filcams Cgil che sta rappresentando i lavoratori nella vicenda – che non tiene in considerazione i principi stabiliti dalla legge in termini di diritto al riposo, pericolosa dal punto di vista della tutela della salute e sicurezza e inaccettabile perché impedisce il necessario equilibrio tra lavoro e vita privata e familiare”.
Inoltre, a seguito della pandemia la committente chiede a tutti i dipendenti di fare 5 giorni di quarantena prima di salire a bordo: giornate che per quanto retribuite non vengono conteggiate con tutte le previste indennità tipiche dell’off-shore. Le interlocuzioni sindacali non hanno prodotto confronti costruttivi ma hanno rimarcato l’atteggiamento di chiusura al confronto dell’azienda che, approfittando della pandemia, si sente autorizzata al mancato rispetto degli accordi contrattuali sui tempi di vita e lavoro dei dipendenti, ignorando la dignità delle famiglie, imponendo carichi di lavoro e turni insostenibili sotto il profilo fisico e psichico
“Il lavoro in piattaforma – prosegue la nota di Filcams Cgil – è una attività delicata ed altamente professionale che comporta periodi prolungati di permanenza in mare e che proprio per questo necessita una particolare alternanza tra lavoro e riposo affinché non si accumuli eccessiva stanchezza, uno dei fattori di maggior rischio in tema di salute e sicurezza. L’azienda, per questo, non dovrebbe sfuggire al confronto con chi rappresenta i propri lavoratori”.
L’unica annotazione riferita dall’azienda in questa vicenda farebbe ricadere la responsabilità sulla committenza, che avrebbe chiesto espressamente a Ligabue di adottare questa turnazione(sostenuta dall’azienda) al fine di evitare un eventuale contagio a bordo e per ridurre i costi legati ai rimborsi spese viaggi. Richiesta accolta da Ligabue senza batter ciglio, avallando di fatto la sensazione che ancora una volta si pensi prima al profitto e poi all’equilibrio e alla salute delle persone
Dopo lo Stato di agitazione del mese scorso a nulla sono valsi i tentativi sindacali di ridiscutere un piano che soddisfacesse azienda e lavoratori sia sotto il profilo della turnistica che su quello economico. A fronte della evidente chiusura da parte di Ligabue SpA, Filcams Cgil ha dichiarato uno stato di sciopero per tutti i turni a partire dal 25 marzo.
“In attesa dell’intervento del Prefetto di Rovigo, dell’ispettorato del lavoro e della Committenza, tutti edotti, informati e chiamati ad intervenire – chiude la nota della Filcams Cgil – qualora il personale si trovi nella condizione di non vedere rispettati i propri turni di lavoro, e sentirsi prigioniero in mare aperto in seguito a scelte unilaterali, si ricorrerà alle forze dell’ordine per chiedere lo sbarco forzato dei dipendenti, al termine del turno di lavoro regolare, anche contro la volontà aziendale”.