Il trasporto aereo è uno dei settori colpiti più pesantemente dalla pandemia e tutti gli analisti sono concordi nel ritenere non solo che la ripresa sarà lenta ma che lo scenario è destinato a cambiare radicalmente. Il report della società di consulenza BCG dedicato alle compagne aeree ha infatti stimato che, considerando un quadro sanitario ottimale con vaccini efficaci e disponibili su larga scala ed un passaporto vaccinale adottato armonicamente su scala globale, la piena ripresa potrà esserci non prima della fine del 2023.
Il mercato del trasporto aereo vedrà inoltre trasformazioni molto profonde e infatti il 91% dei ceo intervistati da BCG ritiene che i viaggi di lavoro saranno meno frequenti, grazie all’adozione massiccia dello smart working e dei sistemi di videoconferenza e il 52% ritiene che non si raggiungeranno mai i livelli pre-pandemia. Tra le ragioni di queste trasformazioni vi sono anche le riduzioni di budget delle aziende impattate dalla pandemia e le preoccupazioni relative alla salute dei dipendenti. Un’analisi condivisa anche dalle compagnie aeree: il 95% di quelle intervistate da BCG considera irreversibili i cambiamenti nelle abitudini generati dalla pandemia.
Secondo Gabriele Ferri, Managing Director e Partner di BCG, l’incertezza caratterizzerà i prossimi mesi e forse anni, e ci sarà una contrazione in uscita dalla crisi del 3-5% del traffico aereo di lungo raggio in favore del breve e medio, e del 2-8% del traffico business in favore dei viaggi di piacere.
Si volerà più per piacere e meno per lavoro, privilegiando le brevi e medie distanze rispetto alle destinazioni internazionali per una percezione di maggiore sicurezza: i voli entro i confini nazionali saranno preferiti dal 53% delle famiglie, dal 50% delle coppie e dal 35% dei viaggiatori solitari. I viaggi in aereo saranno scelti soprattutto per distanze superiori alle 500 miglia: solo il 18% dei viaggiatori sceglierà di volare per coprire distanze tra 251 e 500 miglia e appena il 6,4% per distanze sotto alle 250 miglia. La macchina sarà sempre più utilizzata anche per una percezione di minore rischio sanitario rispetto all’aereo: quando si tornerà a viaggiare il 66% delle famiglie, il 60% delle coppie e metà dei viaggiatori che si spostano da soli sceglierà di utilizzare l’automobile (e rispettivamente solo il 33%, il 32% e il 43% di queste categorie opterà per l’aereo.
Secondo Gabriele Ferri le compagnie aeree dovranno passare il più rapidamente possibile da una modalità di gestione della crisi ad una di ripensamento generale del proprio modello futuro. La crisi senza precedenti causata dalla pandemia impone risposte radicalmente nuove ed infatti network, flotta, alleanze, pricing, distribuzione e operations dovranno essere adattate ai nuovi scenari. Precisione e velocità di azione saranno armi cruciali per vincere sul mercato.
Alla luce di questo scenario, Il piano industriale della nuova Alitalia ITA è in via di revisione proprio per adeguarsi alle nuove previsioni riviste al ribasso sulla ripresa del trasporto aereo. È facile prevedere che i numeri del piano saranno ridotti rispetto al piano della newco presentato il 18 dicembre.
In particolare, la flotta dovrebbe diminuire da 52 a 45-48 aerei e di riflesso, i 5.200-5.500 dipendenti inizialmente previsti dovrebbero essere tra 4.500 e poco più di 5 mila. Viste le dimensioni ridotte, inoltre, si prevede che per l’avvio possano servire risorse pubbliche per circa 2 miliardi, il resto dei complessivi 3 mld serviranno a completare il piano. Una mole di fondi che, secondo un report Mediobanca, fa salire a 13 miliardi di euro il conto totale per le casse dello Stato dal 1974.
In una situazione davvero fosca per il trasporto aereo, va in controtendenza il settore cargo che sembra tornato ai livelli pre-covid. Secondo la IATA (International Air Transport Association), la più importante organizzazione internazionale del trasporto aereo, a gennaio la domanda globale è aumentata dell’1,1% rispetto a gennaio 2019 e del 3% rispetto a dicembre 2020. Tutte le regioni hanno registrato un miglioramento su base mensile della domanda di merci trasportate per via aerea, Nord America e Africa hanno visto le performance migliori.