Il Tavolo sui lavoratori della cultura avviato dal Ministero della Cultura è il primo passo per dare continuità ad imprese e lavoratori di un settore tanto gravemente colpito dalla pandemia e centrale per una ripresa diffusa e sostenibile del Paese – dichiarano unitamente le principali Associazioni datoriali, AICC Confindustria, Alleanza delle Cooperative Cultura, Comunicazione e Turismo, Confcultura, e sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. ILCAMS CGIL, FISASCAT CISL, UILTUCS. Già lo scorso ottobre – precisano – le associazioni datoriali e sindacali avevano chiesto con un Avviso comune un tavolo interministeriale insieme al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero del Lavoro, tavolo che oggi è ancora più urgente anche per ristrutturare e rinnovare un comparto sotto il profilo delle infrastrutture, delle competenze e della filiera imprenditoriale.
I dati degli ingressi nei musei e nei luoghi della cultura, anche in questo ultimo periodo delle riaperture nei giorni feriali nelle Regioni gialle, sono impietosi: in alcuni grandi attrattori la caduta vertiginosa raggiunge il 99 per cento delle visite in meno nello stesso periodo di febbraio dell’anno precedente.
Riaprire non vuol dire ripartire. La riapertura dei luoghi della cultura, i musei come i cinema e i teatri, genera costi elevati a fronte di ricavi limitati dalle misure di restrizione e dall’assenza di pubblico. Per questo è necessario un piano condiviso, misure per la sostenibilità e per il sostegno alla domanda.
Nel settore museale contiamo molte migliaia di lavoratori in cassa integrazione, con gravi ritardi da parte dell’Inps, e con il rischio di perdita di lavoro se non si dovesse definire da parte del Governo una proroga tempestiva degli ammortizzatori in deroga e del blocco dei licenziamenti in relazione al settore medesimo. Solo la combinazione di politiche passive ed attive del lavoro, fruibili in modo flessibile, con possibilità di alternare gli ammortizzatori sociali, alla formazione e alla decontribuzione, può riaccendere e salvare un capitale umano e know-how essenziali per il futuro.
Infine, i ristori legati ai Codici Ateco hanno creato gravi disuguaglianze. Altrettanto iniqui i ristori destinati ai musei e non anche agli operatori che contribuiscono al loro funzionamento. Gli indennizzi sono urgenti e non più rinviabili.
Nulla tornerà come prima. Auspichiamo pertanto che il Tavolo possa evolversi in un tavolo Interministeriale con il quale inserire anche i progetti per il futuro nell’ambito del programma Next Generation Plan.