Si parla molto di quanto la formazione, a partire da quella delle superiori e soprattutto quella universitaria, sappia rispondere agli effettivi bisogni del mondo del lavoro. Molto spesso, infatti, sembra che educazione e lavoro viaggiano su binari distinti, con la conseguenza di vedere giovani e professionisti con un ottimo bagaglio di competenze teoriche che non trovano però riscontro con le esigenze del mercato.
Secondo un’indagine di Boston Consulting Group (BCG) pubblicata a fine 2020, in tutto il mondo, almeno 1,3 miliardi di persone sono sovraqualificati o sottoqualificati. Per i Paesi Ocse, si parla di un lavoratore su tre. Per quanto riguarda l’Italia, a fine 2020, i posti di lavoro vacanti in ambito ICT erano 135mila. La causa principale è lo scollamento tra domanda e offerta di competenze.
Per cercare di colmare questo gap, nasce The Human Centered Design School un percorso formativo innovativo nel panorama italiano, che ricalca tutte le attività dello Human Center Design: un approccio progettuale che mette le persone, individuate come fruitrici principali di un prodotto digitale (siti web, app per dispositivi mobili, ecc.) o di servizi, al centro del progetto.
L’idea è nata da Stefano Dominici e Maria Cristina Lavazza, entrambi docenti ed esperti di UX Design, dopo aver condotto un’attività di ricerca sulle esigenze formative, da cui è emersa la necessità di poter avere un corso fluido, e non singole tematiche affrontate in modo settoriale, che risponda alle esigenze delle aziende e degli effettivi bisogni del mercato. Il percorso partirà il 20 febbraio 2021 e si distingue dalla formazione classica perché ogni partecipante, all’interno del proprio team, sviluppa un progetto basato su un problema reale, e non verosimile, di una azienda tutor e impara a progettare, in gruppo, prodotti e servizi concreti a partire dalle aspettative e esigenze dei clienti finali che siano però anche funzionali agli obiettivi strategici dell’azienda committente.
Una nuova figura professionale. L’obiettivo, infatti, è quello di formare lo Human Centered Design Strategist, una nuova figura professionale in grado di connettere i bisogni dei clienti con il funzionamento dell’organizzazione interna. I partecipanti al corso impareranno a lavorare sull’identificazione dei problemi da risolvere; ad analizzare contesti, scenari e perimetri di azione; a identificare le risorse; ad ascoltare tutti i portatori di interesse in un progetto e a tradurre i dati in linee d’azione; a costruire ogni volta il percorso più adatto di ascolto, coinvolgimento e collaborazione; a trasformare i dati in strumenti azionabili in grado di veicolare nuove opportunità; ad avviare processi trasformativi interni dalla customer experience; ed infine a cambiare i modelli mentali all’interno delle organizzazioni innescando una trasformazione.
Come è strutturato il percorso e a chi è rivolto. Il percorso sarà totalmente online e si compone di 8 moduli sequenziali. Ha una durata complessiva di 6 mesi, con oltre 144 ore di attività insieme al gruppo, ai docenti e all’azienda committente. In ogni moduloverrà approfondito ciascun passaggio su cui si basa lo Human Center Design: da come è nato un progetto, all’identificazione degli obiettivi e le sfide concrete da affrontare in ogni singolo progetto; a come coinvolgere tramite tecniche di esplorazione (interviste, diari, etnografia) i destinatari finali e mappare e rappresentare i risultati della ricerca fino all’elaborazione delle soluzioni progettuali. L’obiettivo di tutte le attività è quello di fornire solide basi per la progettazione e ottenere riscontri sulla validità delle scelte fatte. Possono iscriversi responsabili della comunicazione, marketing manager, product e business manager, HR Manager ma anche neolaureati e professionisti che vogliono arricchire ed espandere le proprie competenze.
La The HCD School è coordinata da Maria Cristina Lavazza, insieme a Stefano Dominici e sono accompagnati da un team di professionisti multidisciplinari: Paolo Lorini con il ruolo di Product strategist; Vincenzo Di Maria in qualità di Service designer; Luisa Carrada, come Business writer; Nima Gazestani nel ruolo di Technology expert; Francesca Pannuti come Brand designer e Luca Rosati in qualità di Onlife designer.
“Ci siamo avvalsi di uomini e donne specializzati in diversi settori, per dare ai partecipanti la possibilità di confrontarsi con guide esperte e presenti, sugli aspetti tecnici e operativi durante tutta la fase di progettazione. Gli insegnanti, in questo corso, diversamente da come avviene nella didattica tradizionale non trasmettono un metodo o nozioni standardizzate. Il loro compito, invece, è quello di fornire, ciascuno in base alla propria specializzazione, le coordinate necessarie da tenere in considerazione per la definizione delle soluzioni progettuali in modo che rispondano alle reali necessità dell’utente finale. Alla fine del corso una giuria formata dai 6 docenti valuterà il progetto migliore in termini di strategia, processi, collaborazione e idee e ai componenti del team vincitore verrà restituita il 50% della quota di iscrizione.” – spiegano Stefano Dominici e Maria Cristina Lavazza, entrambi HCD Specialist
Aziende tutor, cosa significa e come si diventa. Qualsiasi azienda o amministrazione può candidarsi sul sito https://www.thehcdschool.it/aziende-tutor/ e commissionare un progetto alla HCD School. ll progetto può essere rivolto ai clienti finali, come alle risorse interne all’organizzazione, ad esempio: capire come rivolgersi a nuovi clienti-target; come introdurre un nuovo strumento/processo all’interno dell’azienda; come facilitare e diffondere l’uso di un prodotto; immaginare un nuovo prodotto/processo; esplorare la percorribilità di un’idea. Diventando tutor, l’azienda si impegna a proporre un progetto da assegnare a uno dei 4 team, a indicare un proprio referente per il progetto e a dare disponibilità per incontri tra il team di progetto e i referenti interni.
Nota stampa di The HCD School.