Un gesto simbolico per esprimere il disagio di una categoria duramente colpita sin dall’inizio dell’emergenza, che sta pagando le conseguenze più importanti a livello economico. “Io apro per non chiudere più” è lo slogan che sta spopolando e che sintetizza la volontà dei ristoratori di poter tornare a lavorare. Attraverso questo gesto di protesta, che ha come data di lancio quella di oggi, venerdì 15 gennaio, vogliamo esprimere “quello che è un nostro diritto, lavorare – sottolineano gli organizzatori della protesta, come riporta il quotidiano La Repubblica – esattamente come viene sancito nella nostra Costituzione”.
#IoApro. Un’iniziativa nata qualche giorno fa e partita da un semplice post pubblicato su Facebook da un ristoratore cagliaritano, Maurizio Stara: “Non spengo più la mia insegna, io apro – si legge nel post del titolare del pub Red Fox -. La nostra è una protesta pacifica volta a dimostrare il nostro senso di responsabilità e la nostra capacità di rispettare e far rispettare le regole di prevenzione del Covid-19”. Un post che nel giro di poche ore ha fatto il giro del web riscuotendo successo e approvazione e che da oggi lancia . “Siamo solo dei ristoratori che si sono uniti perché stanchi dell’attuale situazione – spiega a Sapori Yuri Naccarella, referente della protesta #IoApro -. Non c’è voglia di fare la guerra nei nostri intenti, l’unico vero motivo alla base della nascita del movimento è la pura necessità di andare avanti, perché i ristori promessi dallo Stato non arrivano e attualmente la liquidità non abbastanza”.
Salvini si fa promotore dell’iniziativa, Lamorgese mobilita i prefetti. Da stasera, infatti, saranno migliaia i ristoranti che aderiranno alla protesta pacifica ma, se Salvini plaude all’iniziativa, il ministro degli Interni Luciana Lamorgese, pensa a mobilitare i prefetti. “Ora parliamo di vita vera – ha rilanciato il leader della Lega durante una diretta Facebook – dobbiamo essere cauti, portate le mascherine, distanze, ma c’è anche di diritto al lavoro e alla vita, altrettanto sacrosanto. Ora mi collego con Umberto animatore dell’iniziativa Ioapro”. “Hanno aderito 48 città, ci sono già tantissimi clienti che ci chiedono di riaprire – ha spiegato il ristoratore collegato con Salvini annunciando che oggi apriranno circa 60mila locali in Italia – Ci stiamo tutelando con una task force di avvocati per difendere noi e i clienti”. D’altro canto, il ministro degli Interni ha diffuso una circolare rivolta a prefetti, questori e commissari invitandoli a “intraprendere efficaci interlocuzioni con i rappresentanti delle categorie in agitazione, affinché eventuali iniziative di dissenso siano ricondotte in un contesto di rispetto del vigente quadro regolatorio di contenimento della pandemia”.