A novembre, nonostante le nuove limitazioni anti-Covid, l’Istat registra un lieve calo del tasso di disoccupazione, che scende in termini assoluti all’8,9% (-0,6 punti) e tra i giovani al 29,5% (-0,4 punti). Dopo la sostanziale stabilità di ottobre, tornano poi a crescere gli occupati e un incremento si registra anche per gli inattivi, che erano in calo da maggio. La crescita dell’occupazione osservata tra luglio e settembre, che aveva registrato una battuta di arresto nel mese di ottobre, riprende dunque novembre per effetto dell’aumento dei dipendenti permanenti e degli indipendenti. I livelli di occupazione e disoccupazione sono inferiori a quelli di febbraio 2020 – prima della crisi – rispettivamente di 300mila e di oltre 170mila unità, mentre l’inattività è superiore di quasi 340mila unità.
La crescita dell’occupazione (+0,3%, pari a +63mila unità) riguarda entrambe le componenti di genere, i dipendenti a tempo indeterminato, gli autonomi e tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34enni che, insieme ai dipendenti a termine, segnano una riduzione. Nel complesso il tasso di occupazione sale al 58,3% (+0,2 punti). L’aumento degli occupati nell’ultimo mese coinvolge i dipendenti permanenti (+0,5%) e gli autonomi (+0,6%), mentre diminuiscono i dipendenti a termine (-1,5%). Il forte calo del numero di persone in cerca di lavoro (-7%, pari a -168mila unità) è generalizzato sia per sesso sia per età. Sempre a novembre però il numero di inattivi cresce (+0,5%, pari a +73mila unità) tra le donne, gli uomini, i 25-49enni e gli ultra 65enni, mentre diminuisce tra 15-24enni e 50-64enni. Il tasso di inattività sale al 35,8% (+0,2 punti).
“Segnali non univoci dal mercato del lavoro che testimoniano la complessità del quadro economico congiunturale. L’apprezzabile recupero dell’occupazione a novembre si è associato, infatti, a un ampliamento dell’area dell’inattività. Ciò obbliga a interpretare con molta cautela il calo della disoccupazione (-168mila unità su ottobre) anche perché gran parte dei nuovi inattivi si collocano nella fascia 25-34 anni, la più sensibile a fenomeni di scoraggiamento”: così l’Ufficio Studi di Confcommercio commenta i dati sugli occupati e i disoccupati a novembre.
“La crescita dell’occupazione – prosegue Confcommercio – ha solo attenuato il vuoto che si è determinato nei mesi di fermo dell’attività e ha, comunque, lasciato fuori soprattutto i lavoratori a termine, segmento nel quale rientrano molti stagionali del commercio, del turismo e dei servizi per il tempo libero, settori per i quali non si intravede ancora la fine della crisi. Crisi che rischia di trasferirsi drammaticamente sul mercato del lavoro nei prossimi mesi”.
Nota stampa Confcommercio.