Appare preoccupato e disturbato dal menefreghismo popolare di chi, in una qualsiasi domenica di dicembre alle porte del Natale, scende per le vie del centro per qualche scatto sotto l’albero più illuminato della propria città.
Il web in “real time”, in queste ore ha diffuso le immagini delle principali vie del centro di Milano, Roma e Napoli, affollate di persone munite sì di mascherina, ma assembrate nei punti cardine della città. Il disastro è ormai preannunciato e il regista de “La ricerca della felicità”, ci ricorda, che la stiamo cercando nel modo sbagliato.
Il suo richiamo alle coscienze, al buon senso è espresso duramente sui suoi social dove scrive: “C’è differenza tra l’uscire di casa a affollare vie e negozi in modo febbrile. Prendete e andate a passeggiare nei luoghi tranquilli delle vostre località. L’assenza di minimo buon senso ci affonderà tutti. Abbiamo i numeri peggiori d’Europa. E cosa facciamo? Finta di nulla”.
“A casa tutti bene”, come il titolo del suo film, non vuole essere la risposta mortificata di chi si telefona il giorno di Natale, mentre ci dividiamo tra le lacrime e la solitudine di chi è costretto a vivere lontano dai propri cari per proteggerli dal virus.
Ci vuole responsabilità. Il regista la chiede a gran voce appellandosi anche al Premier Giuseppe Conte, chiamato in causa proprio in un tweet: “Sarò tanto impopolare, ma vedere le vie delle città gremite di menefreghisti che ci assicurano una terza mortifera e disastrosa terza ondata in primavera, stringe il cuore di tristezza e rabbia. @GiuseppeConteIT gli italiani non sono pronti. Chiudete tutto come in Germania“.
Secondo il regista, gli italiani non sarebbero pronti ad avere più “libertà”… come dargli torto?
Ormai non resta che rassegnarci al ritorno di una terza ondata, a quanto pare già annunciata dagli organi di controllo della pandemia, ma che gli italiani fanno finta di non ascoltare. Collezioniamo dunque morti e positivi e se non freneremo in tempo, lo schianto sarà più vicino di quanto pensiamo.
Intanto su Instagram, il regista pubblica il vinile di Morricone e in sottofondo ” The Crisis”: altro che “leggenda del 1900”, questa è la più grande “crisi” della nostra generazione.