Guia Miccoli, classe 1976, lavorava dal 1999 a Milano, presso una importante agenzia di Branding, come grafica e poi come direttrice creativa. Nel 2007 la svolta: lascia il suo lavoro e insieme a sue due colleghi dello stesso studio – uno dei quali è Antonio, suo marito – si licenzia e fonda l’azienda agricola biodinamica che oggi si chiama “Ortobene” – prima “Mega” – a Barchi, non lontano da Fano. Cosa l’ha portata a fare questo salto e a modificare così drasticamente la sua vita non solo lavorativa? Ce lo racconta in questa intervista, che si chiude con una bella riflessione di Guia su come per cambiare vita, può bastare poco, forse niente.
Un nuovo stile di vita – “Avevo raggiunto un buon livello professionale il che richiedeva un grande impegno fuori casa con orari di lavoro che comportavano spesso degli straordinari”, ci dice Guia quando le chiediamo cosa l’ha portata alla scelta di cambiare strada, “Quella vita non si conciliava con il mio desiderio di famiglia; volevo essere una mamma presente e non affidare l’educazione dei miei figli ad altri, né volevo che crescessero a Milano in mezzo all’inquinamento e la frenesia di una città che ben conoscevo”. A questa prima motivazione se ne affianca un’altra: “Desideravo svolgere una professione che rispettasse i miei principi etici che dalla gioventù si erano formati ed evoluti creando una forte distanza con lo stile di vita che portavo avanti; volevo impegnarmi per cambiare la mentalità di una società consumistica, dove la vita si svolge lontano dalla natura, in cui non c’è fiducia nelle capacità dell’uomo di creare un mondo pulito e giusto”.
Un centro buddista e un incontro fortunato – La decisione di dare una svolta al proprio percorso professionale e lavorativo, ci spiega Guia, è maturata negli anni: “La ricerca di una attività più etica e il desiderio di natura, si sono coagulate nel momento in cui abbiamo seguito un corso di Agricoltura Biodinamica a Pomaia al centro buddista Lama Tzong Khapa”, dice Guia, che prosegue raccontandoci come, concretamente parlando, abbiano reso questo desiderio un progetto: con Antonio e il collega Enrico, iniziano una attenta attività di ricerca; l’idea che aveva preso forma era quella di avviare un’azienda agricola biodinamica. Serviva prima di tutto scegliere dove farlo: “Volevamo trovare un posto che non fosse troppo costoso: in Romagna i prezzi all’ettaro arrivano ai 40.000 euro, per non parlare della Toscana. Nel cercare supporto e consigli da altri agricoltori biodinamici, abbiamo conosciuto Renzo Tronchin, che si era appena trasferito a Barchi in un nuovo podere; lui ci ha fatto coraggio e ci ha aiutato a trovare un fondo nelle immediate vicinanze”. Questa la partenza.
Gli aspiranti agricoltori non potevano però pensare di avvicinarsi a questa vita e a questa nuova attività prima di una adeguata preparazione e formazione professionale: seguono pertanto un corso di alimentazione a Zelata di Bereguardo (Pv) con Emma Graf e un corso di biodinamica a Pomaia con Paolo Pistis. Fanno anche uno stage di lavoro pratico presso l’azienda agricola San Cristoforo di Franco Pedrini (Gambassi Terme, provincia di Firenze). È con questo bagaglio di conoscenze che Guia si lascia dietro le spalle Milano e inizia il suo nuovo percorso. Qualcosa gli dice che la scelta che sta facendo è quella giusta: questo ‘segno del destino’ si chiamerà “Emma”.
Emma: il segno che la scelta è quella giusta – Non è certo difficile per Guia ricordare quando è stato fatto “il grande passo”: la decisione di cambiare vita coincide infatti con un evento idimenticabile; Guia scopre di essere incinta della sua primogenita Emma: “Ho pensato che quello fosse il segno che la nostra scelta era quella giusta, quel cambiamento veniva accolto anche da un bambino!”. Una bella notizia, che si accompagna, in parallelo, a importanti scelte di carattere pratico e finanziario. I tempi sono maturi per staccarsi dallo studio di Milano: “Durante la mia gravidanza Antonio ha iniziato a fare il part-time verticale 3 giorni a Milano e 4 in campagna”, spiega Guia, “Poi ci siamo licenziati. Col nostro Tfr abbiamo cominciato la nostra nuova vita”. Guia e Antonio presentano il progetto agricolo alla banca e ottengono un un finanziamento; un parente presta loro 50.000 euro. “Abbiamo acquistato il trattore, gli attrezzi, abbiamo fatto l’impianto di irrigazione, acquistato il bestiame. Abbiamo affittato la nostra casa di Milano perchè anche quella era gravata da mutuo. Insomma”, conclude Guia in tono pratico, “ci siamo indebitati!”.
Entusiasti e inconsapevoli – “Fortunatamente i nostri genitori non hanno ostacolato questa decisione anche se ci trasferivamo a 450 km di distanza”, spiega Guia quando le chiediamo che reazione hanno avuto le persone a loro più vicine, “Eravamo adulti e da tempo indipendenti. Comunque”, prosegue, “non abbiamo chiesto l’appoggio a nessuno, eravamo molto uniti e convinti del cambiamento, entusiasti e inconsapevoli”.
La nuova vita di Guia ha inizio. È il 2007. L’orizzonte cambia, e si apre un mondo fatto di agricoltura e allevamento, trattori, attrezzi per la campagna, lavoro manuale, costruzione di stalle per capre, mucche e vitelli. Un impegno cosiderevole, a cui si aggiunge la commercializzazione e la promozione dei prodotti coltivati e derivati dall’allevamento perché, come dice Guia, “Va costantemente tenuto vivo il rapporto con i clienti motivando anche culturalmente la nostra scelta sul biologico e biodinamico”.
Com’è dunque la nuova quotidianità di Guia? “L’idea iniziale era quella di vivere di agricoltura, ma per noi ancora non è possibile” ci dice per spiegarci il perché ancora faccia dei lavori come free lance nel campo della grafica. Ma certo, al di là di queste collaborazioni, tutto è cambiato: “Durante le mie giornate mi occupo dei bimbi – ora abbiamo 2 figli, Emma e Zeno – della gestione della casa e della burocrazia per l’azienda agricola; a volte aiuto mio marito in campagna specialmente nei periodi della piantagione”.
La cosa più complessa per Guia, ci spiega, è stata la gestione di orari di lavoro molto diversi tra lei e suo marito: se lei infatti lavora, anche per l’attività agricola, spesso da casa, lui è tutto il giorno in campagna: “La cosa più difficile da digerire è stata quella di entrare nel ruolo di mamma tuttofare mentre mio marito usciva prestissimo e rincasava tardissimo. Le esigenze diventano opposte: nel poco tempo ‘libero’ lui vuole stare a casa mentre io non vedo l’ora di sostituire le mura domestiche con ampi orizzonti”. Di qui la necessità di fare uno sforzo: “Viviamo due realtà molto diverse; se si vuole rimanere uniti nelle diversità bisogna cercare di parlare molto e partecipare alle scelte e ai problemi dell’altro“.
Il nostro angolo di paradiso – Ma al di là delle difficoltà, quando chiediamo a Guia quali siano stati i momenti più entusiasmanti del suo percorso, l’elenco che ci fa rende bene l’idea di cosa la tenga legata a questa nuova realtà: “La scelta del luogo quando guardando il terreno ci siamo immaginati la nostra azienda agricola, assistere allo spettacolo della nascita delle nostre bestie (caprette, vitellini, pulcini, maialini) e poterli accudire appena nati; assaggiare il gusto genuino delle nostre verdure appena colte – per esempio le prime fragole, neppure sciacquate e già in bocca ai bimbi! – vedere ogni anno arrivare le gru al nostro lago, zappare le insalate e scoprire i lombrichi nel terreno, segno che la fertilità è buona e la terra è viva; alzare la testa dopo una lunga giornata di lavoro e vedere il tramonto che incendia i colori di ogni cosa, sentire le rane che cantano accompagnate dalla civetta nel silenzio della notte, e tutti gli altri momenti in cui, nel nostro ‘angolo di paradiso’, si smette di pensare e si respira l’armonia con la natura”.
Cambiare tutto, senza cambiare niente – Salutiamo Guia con una sua riflessione: cosa significa veramente “cambiare vita”, e davvero è indispensabile andare lontano? “Ultimamente ho pensato che non sia la realizzazione di alti progetti che ci rende felici ma la capacità di strare dentro alle nostre scelte, ossia di dare valore alla bellezza di questa vita durante tutto il percorso. E da qui spesso penso che si potrebbe cambiare tutto anche senza cambiare nulla.
Oggi Guia e Antonio si sono divisi dagli altri soci e sono gli unici titolari dell’azienda agricola.