Per il nome della sua associazione, Pianeta Verde, si era ispirato al film di Colin Serrau, La Belle Verte, che racconta di un pianeta lontano dalla Terra dove gli uomini vivono in armonia tra loro e con la natura. Sarà perché questo nuovo mondo gli aveva ricordato un po’ la sua nuova vita e il suo nuovo lavoro? Forse sì. Massimiliano Colangelo faceva il macchinista teatrale: da Torino si era trasferito a Parma dove lavorava al Teatro Regio per costruire ingranaggi e scenografie. Il suo desiderio rimaneva però quello di poter realizzare le sue invenzioni trasformandole in qualcosa di utile e vendibile. Un anno di pausa dal lavoro per motivi famigliari è stata l’occasione per avere il tempo di pensarci davvero.
Così nel 2006, in un laboratorio, le sue idee sono diventate reali nella forma di giochi per bambini fatti principalmente di legno, con talvolta delle componenti di metallo, vetro, cere e vernici atosicche nel rispetto dell’ambiente. Come far diventare tutto questo un lavoro? Con la nascita dell’associazione culturale Pianeta Verde con sede a Montechiarugolo, Massimiliano ha iniziato a proporre la riscoperta del gioco antico e la realizzazione di nuovi attraverso allestimenti di spazi ludici da affittare in occasioni di feste, manifestazioni ed eventi. Un allestimento di 900 mq viene proposto con un costo che si aggira intorno ai 2.000 euro, ma gli spazi vengono adattati ad ogni esigenza. “I giochi sono realizzati per tutti, anche per i disabili, e sono un invito a essere indagati per capirne il funzionamento, dalle leggi fisiche a quelle meccaniche”. Il suo lavoro non consiste solo nel creare giochi, ma anche nel creare condivisione e connessioni: “Ricordo che una volta, in collaborazione con una cooperativa sociale di Parma e con il sostegno di una fondazione bancaria, abbiamo riqualificato un parco giochi cittadino coinvolgendo anche le scuole e la comunità”.
La maggior parte dei giochi sono pezzi unici che richiedono tempi di realizzazione diversi a seconda della complessità, delle nozioni di assonometria o ingegneristica che Massimiliano che deve apprendere per svolgere il lavoro affidandosi a volte ad altri professionisti. “Ogni giorno è una sfida e si imparano cose nuove risolvendo problemi sempre diversi”, ci racconta e, quando gli chiediamo qual è la creazione che gli ha dato più soddisfazione nel corso di questi anni, ci risponde senza incertezze: “Il Fantacasino, un gioco di 14 metri di diametro e 12 di altezza, in stile barocco e con attività musicali, oggi installazione permanente della Reggia di Venaria: è partito da un’idea da 5.000 euro di costo e si è trasformato in un progetto da 1.000.000 di euro”.
Massimiliano lavora con la moglie, il “motore”, come la definisce lui riconoscendole il merito dell’idea degli spazi ludici. “In una società ricca erano la scusa per stare insieme in famiglia e divertirsi” – ci spiega – “Adesso che non siamo più così ricchi il gioco ha un’altra funzione, forse più d’élite. Se prima l’idea era quella di offrire un servizio che qualcuno pagava a beneficio della cittadinanza, adesso succede sempre meno”. Ma il messaggio che resta dell’essersi inventato un lavoro è quello più importante ed è quello che rivolge ai suoi figli: “Tutto si può fare! Anche le idee più strane possono diventare realtà!”