(Labitalia) – Pubblicare il proprio curriculum in rete può aiutare a trovare visibilità sul mercato del lavoro, anche per profili professionali alti. Tuttavia, da parte delle aziende, non mancano i dubbi sull’esattezza e, soprattutto, sull’aggiornamento dei curricula digitali. E’ Caterina Tortorella, partner di Value Search, primaria società di consulenza sul mercato italiano e internazionale nel campo dell’executive search e delle risorse umane, a fare il punto sull’argomento con Labitalia. “Se per profilo digitale – spiega – si intende la presenza del proprio curriculum sulla rete, con particolare riferimento a social network di carattere professionale, conta molto la pubblicazione on line”.
“Soprattutto – avverte – in termini di visibilità per un professionista o un manager che voglia essere e restare ‘affacciato’ sul mercato del lavoro, in una logica di apertura, e non di preclusione, ad un cambiamento professionale”.
“Sicuramente – fa notare Caterina Tortorella – si tratta sicuramente di una vetrina per il proprio profilo, considerando che un numero sempre maggiore di aziende guarda con interesse a questi strumenti. Oltre che un modo per aumentare il proprio network professionale, restando in contatto con ex colleghi o creando contatti nuovi che possono essere utili nel proprio settore di riferimento, ad esempio in termini di sviluppo di business”.
“La presenza di un curriculum on line – continua Tortorella – aumenta dunque la possibilità da parte dei candidati di essere notati. Anche se parliamo di una vetrina sempre più affollata che pone difficoltà al singolo di valore e di talento, di essere notato ed identificato”.
Ma per un’azienda quanto sono attendibili le informazioni di un candidato ‘trovate’ on line? “Attenzione – rimarca Tortorella – le informazioni presenti on line, spesso non sono nè aggiornate nè esaustive, talvolta addirittura inesatte. In questo modo il reale valore professionale di un candidato non è affatto immediato. A maggior ragione se tali informazioni sono sintetizzate nei 140 caratteri di un tweet.
“Per una società come Value Search – ricorda – operante nella ricerca diretta di dirigenti, il colloquio di persona e la conoscenza del settore in cui opera un candidato (con la possibilità di ricostruirne la market reputation) resta ancora lo strumento principale per valutarne lo spessore professionale e le caratteristiche personali, in relazione al contesto aziendale ed organizzativo in cui il candidato dovrebbe essere inserito e per il quale stiamo ricercando”.