Si è tenuto oggi in videoconferenza l’incontro organizzato dal Mise tra il Commissario straordinario, le Regioni, gli Enti locali e le Organizzazioni sindacali nazionali e territoriali. Il Commissario straordinario ci ha illustrato il nuovo piano industriale della Newco, Italcomp, che nascerà a luglio del prossimo anno, con una struttura societaria a maggioranza pubblica e che si inserirà nel mercato dei compressori, dei motori per compressori e dei motori per gli elettrodomestici. Lo hanno dichiarato in una nota Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom e responsabile settore elettrodomestico e Claudia Ferri, coordinatrice nazionale Fiom settore elettrodomestico.
Come Fiom – spiegano – riteniamo molto positivo questo percorso, un nuovo percorso della politica che si occupa finalmente anche delle questioni industriali e ci teniamo a ricordare che se oggi possiamo discutere di questo progetto è sì grazie all’impegno del Ministero e al lavoro del Commissario straordinario ma che tutto ciò è stato possibile soprattutto grazie alla tenacia dei lavoratori delle due fabbriche, di Mel e di Riva di Chieri, che non hanno mai mollato, tenendo in tutto questo tempo le fabbriche aperte e che ringraziamo prima di chiunque altro.
Per quanto riguarda la struttura societaria crediamo sia importante e fondamentale che emerga un impegno fattivo da parte delle Regioni, affinché la nuova società che andiamo a costituire abbia un controllo pubblico, questione che consideriamo strategica per la buona riuscita di tutto il progetto. In merito al percorso che ci porterà alla costituzione della Newco riteniamo inoltre necessario che ci siano garanzie da subito sulla tenuta in sicurezza dello stabilimento di Mel sia da un punto di vista finanziario che produttivo.
Quello che per noi è ora importante per andare avanti è procedere con un tavolo che inizi, in modo continuativo e sistematico, a entrare nel merito. È necessario quindi capire – proseguono Tibaldi e Ferri – quale sarà la struttura occupazionale proposta, che per quanto ci riguarda deve comprendere tutti i lavoratori. Riteniamo perciò prematuro inserire nel piano industriale i 9 mln di euro del fondo Whirlpool originariamente destinato ai lavoratori, senza aver prima affrontato e valutato il perimetro occupazionale della nuova società.
Fermo restando quindi che un discorso su eventuali incentivi all’uscita si potrà fare soltanto quando avremo chiara la struttura occupazionale, avendo chiaro quali e quanti fondi occorrono, riteniamo che occupazione e mobilità devono essere discusse insieme e chiediamo al Commissario e al Mise di valutare la possibilità di prevedere l’utilizzo delle risorse anche per la riqualificazione dei lavoratori e per un’eventuale incentivazione.