E’ nata la carta elettronica europea per i professionisti, un certificato che permetterà a medici, architetti, avvocati, commercialisti e ingegneri – ma anche a tutti i professionisti dell’Unione Europea – di essere ricosciuti lavorativamente in tutti gli Stati membri. Una rivoluzione, votata mercoledì 9 ottobre al Parlamento Europeo, che porterà diversi cambiamenti. Ecco quali.
La norma – La tessera del professionista s’inserisce nel quadro più ampio della direttiva relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, prevedendo l’introduzione di una tessera elettronica europea rilasciata ai titolari di una qualifica professionale, per agevolare l’esercizio della professione in qualsiasi Stato Ue.
Adottata con 596 voti favorevoli, 37 contrari e 31 astensioni, la norma dovrà ora essere approvata formalmente dai 28 Stati, che hanno tempo due anni per adeguarsi. Ma la relatrice Bernadette Vergnaud si è già sbilanciata: “L’introduzione di una tessera professionale europea, la creazione di programmi comuni di formazione e il riconoscimento di tirocini come parte dell’esperienza professionale migliorerà notevolmente la mobilità e la sicurezza europea”, ha detto.
Cosa cambia – Non si tratterà di una tessera ‘fisica’, anche per evitare il rischio di falsificazioni, ma di un certificato elettronico che sarà scambiato tra le autorità competenti dei vari paesi, velocizzando in questo modo le procedure di riconoscimento dei professionisti che intendono operare all’estero.
Oggi – Attualmente la direttiva prevede diverse modalità di riconoscimento. C’è il riconoscimento automatico, che opera solo per un ristretto numero di professioni, sette in particolare, come medici, dentisti, infermieri, farmacisti, ostetriche, veterinari e architetti. Prevede poi il riconoscimento reciproco, che implica valutazioni caso per caso da parte delle autorità competenti, e, infine, il riconoscimento per il lavoro temporaneo o occasionale, che può essere svolto di norma senza un controllo preventivo della qualifica. Dal 1998 a oggi si sono avvalsi di tali istituti circa 265 mila soggetti di tutto il continente.
Domani – Il titolare di una qualifica professionale d’ora in poi potrà invece chiedere al proprio Paese di origine di completare tutte le fasi preparatorie, anzichè far domanda presso il Paese ospitante, come avviene attualmente. Di più, se quest’ultimo non dovesse adottare in tempi rapidi la richiesta del professionista la tessera professionale europea si considererà rilasciata e sarà inviata automaticamente al titolare di una qualifica professionale.
Una vera e propria rivoluzione in termine di mobilità: la tessera, che altro non è che un certificato elettronico, aiuterà l’occupazione e la competitività, superando i pesanti oneri amministrativi che ancor oggi ostacolano la concreta possibilità di esercitare la propria professione all’estero. Così si rilancia il mercato interno, da una parte offrendo nuove opportunità professionali e dall’altra aiutando gli Stati membri che lamentano una carenza di forza lavoro qualificata.
Più sicurezza sulle qualifiche – Si andrà formando così una banca dati dei professionisti, accessibile al pubblico, che svolgerà anche la funzione di sistema di allerta per prevenire che, per esempio, gli operatori sanitari, come medici, infermieri, veterinari e specialisti di assistenza per l’infanzia, condannati per un crimine o sottoposti a grave azione disciplinare, possano esercitare la professione in un altro Stato. Così tutti i paesi dell’Ue dovrebbero essere informati di tali condanne o decisioni entro tre giorni.
Formazione continua – Una garanzia, insomma, che si declina anche su un altro fronte: quello della formazione e dell’aggiornamento per le professioni regolamentate.
L’obiettivo infatti è quello, in collaborazione con le associazioni e gli albi professionali, di creare percorsi di formazione condivisi. Anche le conoscenze linguistiche saranno soggette a una valutazione, da condursi successivamente al controllo delle qualifiche.
Tirocini – Una novità anche per i più giovani che stanno entrando nel mondo della professione: è prevista, infatti, l’estensione delle disposizioni della direttiva anche ai tirocinanti. Ogni Stato membro potrà decidere una durata massima della pratica professionale che, regolarmente riconosciuta, potrà essere svolta fuori casa.