Ieri, Arcelor Mittal, ha presentato l’andamento del Gruppo nel terzo trimestre 2020. Al significativo ‘rimbalzo’ della domanda ha fatto riscontro una crescita della redditività ‘particolarmente incoraggiante’ che ha consentito di registrare un Ebitda di 901 milioni di dollari rispetto ai 707 del secondo trimestre, sopra le aspettative degli analisti che lo stimavano a 838 milioni. Lo ha dichiarato in una nota Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia.
Per quanto riguarda Arcelor Mittal Italia – continua Venturi – ci sono due riferimenti: il sostanziale stallo della trattativa con il Governo dopo la conclusione della Due Diligence condotta da Invitalia e un interessante aggiornamento della parte relativa al bilancio sulla sicurezza. Da questo aggiornamento si evince che Arcelor Mittal, al netto degli stabilimenti italiani, ha un indice di frequenza degli infortuni che si assesta a quota 0,56; con il dato sugli stabilimenti italiani l’indice sale invece a 0,95.
Un’incidenza rilevantissima, tanto più in una fase in cui le produzioni sono al minimo storico, che si accompagna alla scelta di ridurre investimenti in sicurezza fino ad azzerare persino le funzioni ordinarie di manutenzione degli impianti. Una scelta irresponsabile che i sindacati e i rappresentanti dei lavoratori della sicurezza denunciano da tempo, ricevendo come risposta minacce di licenziamento dei loro iscritti e delegati: migliorano i risultati finanziari nel terzo trimestre, ma peggiora la sicurezza sul lavoro e la condotta della multinazionale.