In un periodo delicato come quello che stiamo vivendo, si parla sempre più di salute fisica e sempre meno di salute mentale o meglio di benessere psicologico. Eppure, stando a quanto emerge dalla ricerca condotta a ottobre da Doxa per Mindwork, società italiana per la consulenza psicologica online, la situazione è tutt’altro che tranquilla. Per 3 lavoratori su 4 ogni giorno è contrassegnato da ansia e stress. E tra le sensazioni più ricorrenti persistono l’incertezza e la preoccupazione.
Il disagio di chi lavora in smart working legato a mancanza di ancoraggi ma anche di futuro. Lavorare in smart working – che poi è più telelavoro – ha i suoi vantaggi ed è ovviamente necessario, ma non non è senza strascichi, né a breve termine né soprattutto a lungo termine. Anche perché, come sottolinea Sara Gabri, psicologa delle organizzazioni, Ph.D e training advisor di Mindwork, chi sta vivendo questa situazione non trova “ancoraggi nella propria esperienza pregressa. Il primo grande vissuto di disagio si sperimenta proprio nell’affrontare questa forma di incertezza, che si estende non solo alla sfera lavorativa, ma anche a quella della gestione della propria vita privata e familiare”.
Non aiuta non solo la mancanza di uno “storico”, ma il fatto che non si veda la fine. “La scarsa prevedibilità delle traiettorie e la mancanza di controllo possono portare all’innescarsi di sentimenti e percezioni di disagio, con una gamma di manifestazioni di sintomi (gli studi parlano di innalzamento del livello di stress, difficoltà nel dormire, percezione di non staccare mai) che impatta negativamente sul benessere psicologico dell’individuo” precisa la psicologa.
Senza più confini e con orari sempre più liquidi. Ma non solo: “Orari lavorativi che sembrano liquefarsi e non avere più confini; spazio fisico, ma soprattutto psicologico, quasi sempre condiviso con i familiari; rapporti con colleghi e manager o responsabili che si esplicano attraverso nuove routine e modalità. In questo contesto psicologico”, consiglia la specialista, “è necessario pensare e ri-pensare al nostro approccio alle sfere personali, professionali e di relazione, nonché alla propria salute mentale, trovando strategie da mettere in atto per non soccombere alla situazione stessa”.
Un sovraccarico cognitivo che influisce sul benessere. Peraltro, così come evidenziato dalla ricerca condotta da Doxa e com’era emerso anche dall’intervista alla manager Silvia Zanella, l’impatto del lavoro sulla propria vita privata e questo suo essersi intromesso a pieno titolo in un’abitazione concepita per fare altro, è visto appunto come “intrusivo”. E le continue sollecitazioni e l’essere in costante allerta per aggiustare sempre il tiro, così come il dovere sviluppare nuove competenze “porta il lavoratore in smart working a un sovraccarico cognitivo e, potenzialmente, emotivo che influisce notevolmente sul proprio benessere” ci dice ancora Sara Gabri.
L’importanza della consulenza psicologica online per le aziende. In questo si inserisce a pieno titolo il lavoro condotto da Mindwork, società nata nel 2019 che si occupa di consulenza psicologica online per le aziende. Lo fa attraverso una piattaforma attraverso cui è possibile scegliere tra un network di psicologi specializzati. Un servizio che le aziende offrono ai loro dipendenti e che, come spiega a KongNews il CEO Mario Alessandra, mette a disposizione “una scelta molto ampia di specialisti con diverso orientamento e tramite un abbonamento con contratto annuale. Ogni azienda ha una pagina dedicata che consente ai dipendenti di effettuare la scelta dello specialista. Prima di farlo, è possibile vedere un breve video di 60 secondi”.
Il tutto all’insegna della privacy, e da qualsiasi device. Un servizio che per le aziende è un plus sia in ottica di responsabilità sociale d’impresa che di business. Obiettivo di Mindwork è infatti “voler accompagnare l’azienda verso queste tematiche, tutt’altro che trascurabili e che sono importanti anche in ottica di employer branding (il rendere attrattiva la propria azienda come posto di lavoro, ndr). Le nuove generazioni, infatti, considerano tra i posti dove andare a lavorare aziende che siano davvero attente al benessere dei propri dipendenti. Anche alla luce del fatto che, pur essendoci una letteratura forte sui costi legati alla salute mentale, l’Italia non è molto aperta da questo punto di vista”.
Le conseguenze dello smart working sulle stesse organizzazioni. Senza dimenticare che non considerare le conseguenze di uno smart working continuo potrebbe essere un autogol per le stesse aziende. Come spiega Gabri: “Una delle prime conseguenze è sicuramente il modificarsi del rapporto fra l’individuo e l’organizzazione di cui è parte. In questa modalità di lavoro da remoto permanente, l’individuo infatti può sentirsi estraniato dal contesto organizzativo, sia per quanto riguarda le proprie mansioni e la pianificazione dei carichi lavorativi, sia da un punto di vista di gestione del rapporto con i colleghi”. Se da un lato siamo “always on”, ossia sempre connessi e presenti, dall’altro “spesso ci si può sentire persi, da soli, lontani da un insieme che prima sentivamo appartenerci”.
Perdita di motivazione e situazioni di conflitto con i colleghi. Smarrimento ma non solo: si può assistere “alla perdita di motivazione a portare avanti e a raggiungere determinati obiettivi o la mancanza del senso di appartenenza al gruppo, che può creare situazioni di conflitto e ostilità con il proprio team, dai manager ai colleghi. Risulta necessario quindi riformulare il gruppo, le modalità di lavoro e la gestione del carico di lavoro, creando nuove prassi efficaci e necessarie a preservare il benessere psicologico del soggetto in questo contesto”.
Il cambiamento. Ovviamente, questo dipende sia dal grado di esperienza del lavoratore che dagli strumenti che ha per affrontare il cambiamento. Questo perché “flessibilità ed apertura sono approcci mentali che aiutano a ridurre le conseguenze negative di questa modalità di lavoro e che incrementano gli effetti positivi. È stato dimostrato, in effetti, che la produttività per le organizzazioni che hanno adottato lo smart working è aumentata, resta da vedere se sia sostenibile a lungo termine per i lavoratori, con queste modalità e in assenza di un ripensamento strutturale della dinamiche” chiosa la psicologa. Dobbiamo considerare d’altra parte che il Covid-19 e il lockdown sono stati dei forti acceleratori per le consulenze psicologiche online anche se Mindwork è nata “in tempi non sospetti”. “La sensazione inoltre è quella che con questa ‘seconda ondata’ ci possa essere un interesse crescente per il nostro servizio di psicologo online”, aggiunge Mario Alessandra.
Perché puntare in questo momento sullo psicologo online. A scegliere Mindwork sono per lo più grandi aziende, con più di 1000 dipendenti che è anche il target della società ma “non c’è un settore che prevale sugli altri, sta più alla sensibilità dell’HR che è la persona nell’azienda che sceglie il nostro servizio. La maggior parte delle aziende si trova al Nord, una piccola percentuale (il 20%) è nel Centro Italia. Abbiamo anche aziende estere con base in Italia, anche perché il servizio è multilingua (oltre che in italiano, inglese e spagnolo).
Quanto alle problematiche che vengono per lo più affrontate dal punto di vista psicologico, essendo che il servizio viene offerto dall’azienda, sono più legate al contesto lavorativo, di relazioni sul lavoro, anche se tra i disturbi in aumento ci sono quelli legati al sonno. La continuità di rapporto con lo psicologo è assicurata, in quanto oltre ai colloqui offerti dall’azienda, si può scegliere di continuare privatamente utilizzando lo stesso mezzo”.
Le sedute online possono essere “uno strumento con una valenza di supporto e una strategia efficace per rispondere alle sollecitazioni di questo contesto sconosciuto”, precisa Sara Gabri. “Uno spazio di riflessione ed esplicitazione delle problematiche e delle situazioni di disagio giornaliere, un luogo in cui in assenza di pregiudizio è possibile produrre un’elaborazione dei vissuti che entri in profondità, senza collidere con la rappresentazione sociale di sé. Una sorta di momento personale in cui fare il punto e sistematizzare le sensazioni e le emozioni stressanti sul piano lavorativo”.
Che ha sicuramente un lato positivo specie per chi magari deve contemporaneamente gestire lavoro e famiglia: “È possibile fruire delle sedute online in qualsiasi momento della giornata, senza dover aggiungere tempo per gli spostamenti e senza intaccare eccessivamente il planning delle attività dell’individuo, semplicemente scegliendo il professionista a cui rivolgersi e prenotando a seconda delle disponibilità”.
Non solo problematiche di breve periodo. E questo considerando che tutte le situazioni stressanti che i lavoratori stanno vivendo non riguarderanno solo il breve periodo. “Stanno fiorendo le ricerche che evidenziano l’impatto della pandemia sul benessere psicofisico delle persone e, in particolare, dei lavoratori. È però interessante notare che le conseguenze nel lungo periodo di quanto sta succedendo, soprattutto per quanto riguarda lo smart working, possono essere differenti fra chi effettuava giorni di lavoro da remoto anche prima della situazione attuale e chi invece si è trovato costretto a dover imparare e mettere in atto strategie sconosciute fino all’inserimento di questa forma di lavoro. Lavorare sul proprio mindset e trovare strategie nuove di gestione, organizzazione ed elaborazione delle condizioni in cui ci troviamo ad operare risulta fondamentale per non soccombere alla situazione”.
Verso il benessere psicologico nelle aziende. Ecco perché come precisa il CEO di Mindwork, l’obiettivo di Mindwork è non puntare solo sulle sedute online, ma portare il benessere psicologico nelle aziende ed è per questo che viene associata “una fondamentale parte di divulgazione. Le modalità sono diverse: facciamo divulgazione attraverso il nostro blog dove i contenuti sono aperti a tutti e si trovano anche webinar. Inoltre, individuiamo con gli HR dei contenuti ad hoc per l’azienda, spesso a seguito di un sondaggio preliminare per venire incontro alle esigenze formative”.
Suspended Care: ore di psicologia sospese per medici e infermieri. Tra ultime novità di Mindwork c’è Suspended Care, un servizio per cui ogni volta che ogni azienda attiva i servizi Mindwork, può scegliere di contribuire ad alimentare un fondo comune di ore di consulenza psicologica gratuita a disposizione di medici e infermieri, particolarmente coinvolti iin questa pandemia. Un servizio che si ispira al concetto di caffè sospeso, solo che in questo caso si va a pensare alle conseguenze psicologiche di chi svolge una helping profession.