Entra in vigore il 29 ottobre dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il decreto legge n.137 del 28 ottobre 2020, meglio conosciuto come Decreto Ristori, anticipato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo la conferenza stampa di domenica 25 ottobre. Un modo, come detto da Conte in diretta televisiva, per venire incontro a quanti soffriranno per la chiusura anticipata alle 18, dovendo lavorare sostanzialmente solo di giorno. Vediamo cosa prevede il Decreto Ristori e quali sono gli aspetti cui prestare particolare attenzione.Intanto, come si può leggere dal testo ufficiale pubblicato in Gazzetta, si tratta di un decreto a cui fanno capo 4 titoli e il titolo I riguarda il sostegno alle imprese e all’economia.
Previsto un contributo a fondo perduto a favore di tutti i soggetti interessati dal Dpcm, cioè coloro che hanno una partita IVA attiva e dichiarano di svolgere determinate attività, con corrispondenti codici Ateco, che sono sì proprietari di ristoranti, gelaterie, pasticcerie, bar, ma anche catering per eventi, alberghi, tassisti, gestori di funicolari e skilift, ostelli della gioventù, ma anche chi ha attività di distribuzione cinematografica così come di proiezione (i cinema per intenderci, ma anche le sale d’essai se dovessero rientrare nel codice Ateco previsto), così come i teatri, le sale concerto, le piscine, gli affittacamere, le aree campeggi, gli impianti sportivi, club, parchi divertimento e le discoteche che come sappiamo ormai non aprono da mesi. Questo sono solo alcune delle attività, per vederle tutte vi rimandiamo all’allegato 1 all’articolo 1 pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
La percentuale del contributo varia a seconda delle attività, solo per fare un esempio le discoteche avranno il 400% mentre gelaterie e pasticcerie il 150%. Le prime sono totalmente chiuse, le altre, lo ricordiamo, aperte fino alle 18. Il decreto non esclude che per l’anno 2020 possano essere individuati altri settori economici. Sostanzialmente le fasce di indennizzo sono 3: 150%, 200%, 400%. Per quanto riguarda quelli che invece rientrano al momento, si legge sempre nell’articolo 1 del Decreto Ristori che “il contributo a fondo perduto spetta a condizione che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019”. Come si fa a determinare correttamente gli importi? Si fa riferimento alla data di effettuazione dell’operazione di cessazione di beni o di prestazione dei servizi, anche se tale contributo spetta pure in assenza dei requisiti di fatturato per coloro che hanno aperto la partita Iva dall’1 gennaio 20219.
Contributo accreditato sul conto corrente dall’Agenzia delle Entrate. Come sempre annunciato da Conte durante la conferenza stampa, il contributo sarà accreditato sul conto bancario o postale direttamente dall’Agenzia delle entrate e avverrà autonomamente, senza cioè che le varie imprese debbano fare richiesta per chi ha già ricevuto un indennizzo. Per gli altri verrà aperto un canale dove fare arrivare le richieste.
Quali importi sono previsti ed entro quando. Il contributo massimo erogabile sarà di 150mila euro. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri durante la conferenza stampa sul decreto, insieme a Conte e al ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, ha fatto qualche esempio per capire di che tipo di importi si tratta parlato di 5173 euro come importo medio per ristoranti fino a 1 milione di fatturato, 25.000 euro per quelli oltre i 5 milioni. Per sale concerto e teatri, la fascia più bassa avrà un importo di 5mila, quella media 13.900, quella più alta 30mila euro. “Siamo consapevoli che le misure restrittive hanno costretto molti esercenti a cambiare i loro piani e le loro prospettive”, ha detto Gualtieri e “contiamo per la metà di novembre di avere tutti i bonifici effettuati dall’Agenzia delle Entrate”.
Quanto al mondo del lavoro, il Decreto Ristori introduce la proroga della Cassa integrazione guadagni di 6 settimane per tutte le aziende che l’hanno usata in modo continuativa e che avrebbero dovuto “smettere” entro la metà di novembre.
Stop ai versamenti contributivi per novembre. Inoltre per le imprese che sono state colpite dai provvedimenti restrittivi del Dpcm è prevista anche la sospensione dei versamenti dei contributi per tutto il mese di novembre. L’esonero è del 50% dei contributi previdenziali per i datori di lavoro che hanno subito una riduzione del fatturato inferiore al 20%, del 100% per chi ha subito una riduzione del fatturato pari o superiore al 20%.
Blocco dei licenziamenti fino al 31 gennaio per chi usa la Cassa Integrazione. Per queste aziende c’è il blocco dei licenziamenti fino al 31 gennaio 2021.
Il Decreto Ristori prevede anche un’estensione di 2 mesi del Rem, acronimo di reddito di emergenza. Come anticipato da Conte domenica scorsa, tale misura di sostegno è prevista, nella stessa quota, anche per i mesi di novembre e dicembre ai nuclei familiari con gli stessi requisiti già previsti quando è stato istituito il Rem.
Indennità per i lavoratori dello spettacolo e dello sport. Il Decreto Ristori inoltre prevede delle indennità per chi lavora negli spettacoli e nello sport: 1000 euro per tutti i lavoratori autonomi e intermittenti dello spettacolo così come la proroga della cassa integrazione. E per quanto riguarda chi lavora nel mondo dello sport, per il mese di novembre la società Sport e Salute S.p.A, di cui unico azionista è il Ministero dell’Economia e Finanze, erogherà un’indennità di 800 euro a favore dei lavoratori che sono impiegati con contratto di collaborazione con il Coni, il CIP (Comitato Italiano Paralimpico), le federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate, gli enti di promozione sportiva, riconosciuti dal Comitato Olimpico Nazionale (CONI) e dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP), le Società e associazioni sportive dilettantistiche, che hanno cessato o sospeso la loro attività. Tali domande andranno presentate entro il 30 novembre.
Cancellazione seconda rata Imu ed estensione credito d’imposta. Tra le altre misure, poi, la cancellazione della seconda rata dell’Imu. Inoltre, il credito d’imposta per gli affitti è esteso anche per questi ultimi 3 mesi dell’anno ed è previsto anche per le imprese con ricavi superiori ai 5 milioni di euro, purché abbiano avuto un calo del fatturato del 50%.