Sarà soprattutto la classe media a pagare il prezzo più alto della crisi sanitaria ed economica in corso. È questa la società post-covid che immagina Alessandro Di Battista e alla cui ricostruzione deve destinare massima attenzione la classe politica italiana. D’altronde, i progetti di Di Battista per il Movimento Cinque Stelle non si limitano all’aspetto socio-economico del paese, ma si estendono ben oltre. Se ne ha un’idea leggendo il post da lui pubblicato sulla sua pagina Facebook lo scorso 14 ottobre: un programma in oltre 50 punti per i prossimi Stati generali del Movimento. Un grande numero di proposte dunque, alcune quasi più utopistiche che realistiche, ma tutte organizzate attorno alcuni fondamentali nuclei tematici.
L’attenzione all’ambiente torna costantemente in molti dei punti segnalati da Di Battista. L’impegno nella conversione green e nella tutela all’ambiente appaiono infatti come due asset strategici indiscussi. Non a caso, uno dei punti elencati da Di Battista prevede la “decarbonizzazione del Paese”, tale da allineare gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima a quelli dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, così da “rimanere entro la soglia critica di 1.5 °C”.
I progetti. Significativa è anche l’indicazione di voler realizzare una “riforma strutturale del sistema di gestione dei rifiuti”, attraverso “investimenti nell’economia circolare, equiparazione reati ambientali all’omicidio preterintenzionale, lotta all’obsolescenza programmata e diritto alla riparabilità”. Rientrano in questo programma pro ambiente anche il progetto di creare un “car-sharing pubblico nazionale”, il “rafforzamento del sisma-bonus e del super-ecobonus”, così come l’idea di mettere a punto un “servizio civile ambientale”. Quest’ultimo si delineerebbe nei termini di un “programma di lavoro giovanile per la difesa del territorio”.
Le piccole e medie imprese rientrano tra le categorie definite da Di Battista potenzialmente tra le più “vulnerabili”. È per queste ragioni che proprio le imprese di medie o piccole dimensioni sono i soggetti protagonisti di diversi punti. Di Battista parla di “effetti catastrofici” inflitti a questa categoria dalla pandemia, al contrario di quanto accaduto ai “i grandi”, rafforzati, a detta di Di Battista, in questo periodo. Alla stessa logica di favorire “il piccolo” fa capo la proposta di chiudere i centri commerciali le domeniche “al fine di tutelare i piccoli esercizi commerciali, i centri storici, la famiglia e le attività culturali e sportive”. Piuttosto ambizioso è anche il progetto di creare “un istituto pubblico che sostenga le imprese in crisi nel processo di trasformazione/diversificazione produttiva”, denominato “Istituto per la Trasformazione Industriale (ITI)” e volto a permettere il reinserimento delle imprese assistite in nuovi mercati.
Centrale è anche il concetto di Welfare. Sostegno alle famiglie, salario minimo garantito, stop alle grande opere “inutili” a favore dell’ “ammodernamento dell’ordinario” sono solo alcuni degli strumenti ipotizzati dal deputato 5S per costruire uno Stato capace di sostenere tutti e nello specifico i più deboli, riuscendo ad “affrontare ataviche necessità dei cittadini”. Rientra in questo ambito l’assunzione a pieno regime di uno dei cavalli di battaglia storici del Movimento, ovvero il Reddito di Cittadinanza, “con obbligo (ove possibile) di svolgere lavori socialmente utili nei Comuni o all’interno del Servizio civile ambientale”, ma anche la proposta di sostenere le famiglie (o i singoli genitori) con un basso reddito attraverso un assegno mensile per ogni figlio, dalla nascita al raggiungimento della maggiore età. Meritano nota anche l’impegno per “garantire ai bambini con genitori separati il diritto alla bigenitorialità” attraverso “un vero e proprio walfare state”, nonché lo sguardo verso un futuro privo di barriere digitali, dove “il diritto alla connettività” sia alla portata di tutti i cittadini