La data del 5 novembre sarà sicuramente cruciale: 6 ore di sciopero nazionale, 2 facendo assemblee nei luoghi di lavoro e 4 di categoria da realizzare in tutti gli stabilimenti sarà il modo in cui i sindacati e i lavoratori protesteranno per il mancato rinnovo del CCNL Metalmeccanici. È quanto hanno dichiarato i segretari generali di Fiom con Francesca Re David, di Fim con Roberto Benaglia e di Uilm Rocco Palombella nella conferenza stampa che si è tenuta l’8 ottobre che hanno ricordato come la trattativa sia iniziata 11 mesi fa “con una piattaforma approvata da oltre il 90% dei metalmeccanici”.
Una piattaforma che, come dichiarato da Re David, tiene conto del fatto che molte aziende non hanno rispettato il contratto precedente, che prevedeva, tra l’altro, l’allargamento della contrattazione di secondo livello e le 24 ore di formazione nell’orario di lavoro. Questi impegni non sono stati attuati, non è stata redistribuita la ricchezza. Non è stato riconosciuto il valore del lavoro”. Il 5 novembre non è, infatti, una data scelta a caso, ma ricorre in effetti l’anniversario da quando sono iniziate le discussioni che stando a quanto asseriscono i sindacati, vedono la Federmeccanica su una posizione pre-pandemia.
Nessuna apertura nei confronti di aspetti normativi così come di minimi contrattuali. Dal canto loro, come hanno dichiarato in un documento congiunto, i sindacati spiegano che l’apertura della mobilitazione avviene in conseguenza del fatto che da parte di Federmeccanica e Assistal non c’è stata apertura significativa sugli aspetti normativi. Così come è molto critico l’aspetto che riguarda la rivalutazione dei minimi contrattuali. Da metà settembre a oggi sono stati affrontati temi come “salute e sicurezza sul lavoro, formazione, politiche attive e strumenti di gestione della crisi, mercato del lavoro e appalti, sono state rappresentate le specifiche e reciproche posizioni, ma non c’è mai stata una vera trattativa con la ricerca di convergenze e aggiustamenti che Federmeccanica e Assistal non hanno mai perseguito nel negoziato in corso”, si legge nel documento. Così come non sono stati affrontati alcuni temi come “inquadramento, orari di lavoro e diritti personali”.
Le dichiarazioni di Federmeccanica. La Federmeccanica, come riportato da Agi – Agenzia Italia che a sua volta fa riferimento a un’intervista fatta da La Stampa al presidene Alberto Dal Poz, fa sapere che è importante definire un contratto nazionale di lavoro così come la contrattazione è centrale. Anche se la questione non va limitata solo ai minimi salariali. Dal Poz ha poi ricordato come questo 2020 per il settore sia iniziato con un segno negativo riguardo sia la produzione che l’export. Staremo a vedere cosa succederà da qui al 5 novembre prossimo.