Stando ai dati della Johns Hopkins University, i casi di contagio da Covid-19 nel mondo hanno superato i 32 milioni, mentre il numero dei decessi sfiora il milione, attestandosi su un totale di 979.454 vittime. La situazione resta grave in diverse parti del globo, dove sono molti gli Stati che ipotizzano un secondo lockdown, ma è in particolare il Vecchio continente a destare preoccupazione a causa dei numeri di nuovi positivi molto vicino ai dati di marzo. Il difficile momento è descritto efficacemente dalle parole della commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides “la situazione del Covid-19 in alcuni Stati dell’Ue è anche peggiore del picco di marzo, questo è molto preoccupante. E significa che le misure di controllo adottate non sono state abbastanza efficaci o non sono state applicate, o non sono state seguite come avrebbero dovuto. Questo è chiaramente sottolineato nella valutazione del rischio che viene presentato oggi dall’Ecdc (European center for disease and control)”. Fase difficile in Francia, Gran Bretagna e Spagna, dove quest’ultima risulta essere lo Stato europeo più colpito a causa degli oltre 700 mila casi registrati dall’inizio della pandemia. Situazione simile anche in India, Brasile e Stati Uniti, dove il nuovo Coronavirus tiene banco nella sfida elettorale tra Joe Biden e Donald Trump.
Il momento critico francese. In Francia si è registrato un altro record negativo sul fronte dei contagi. Nella giornata di giovedì, infatti, Parigi ha segnato un nuovo picco di oltre seimila e seicento contagi in sole 24 ore. Un problema sanitario che inizia a percuotersi anche sul lato sociale. Il Primo ministro francese, Jean Castex, evoca la possibilità di un nuovo lockdown, in un’intervista all’emittente France 2 ha spiegato che “non si gioca con un epidemia” e che questo è il momento della “responsabilità collettiva”. Parole che, tuttavia, non sono servite a placare lo scontro istituzionale tra i comuni e il governo centrale. In particolare, sono le amministrazioni di Marsiglia e Parigi a protestare contro le restrizioni governative. Nella città del sud la limitazione riguarda la chiusura anticipata di bar e ristoranti, mentre nella capitale l’indignazione è per le limitazioni sugli orari e sugli assembramenti. La neosindaca di Marsiglia, l’ecologista Michèle Rubirola, ha attaccato su Twitter le istituzioni centrali: “Apprendo con stupore e rabbia una decisione per la quale il Comune di Marsiglia non è stato consultato. Nulla della situazione sanitaria giustifica questo annuncio”. Anche il vicesindaco di Parigi, Emmanuel Grégoire, si scaglia contro l’esecutivo e la decisione di chiusura anticipata di bar e ristoranti, considerata “un rischio economico immenso” dall’amministratore capitolino. Castex, però, tira dritto e invita alla collaborazione: “Se non agiamo, potremmo trovarci in una situazione vicina a quella primaverile. E questo potrebbe significare un nuovo confinamento, se la situazione dovesse aggravarsi ancora”. L’obiettivo del governo e del Presidente Macron è quello di scongiurare ad ogni costo una saturazione degli ospedali e delle unità di terapie intensive. Il Primo ministro ha assicurato che ci saranno risarcimenti ai ristoratori colpiti dalle restrizioni.
Reno Unito senza finanziaria. Anche Londra segna un nuovo picco di contagi, 6.634 contagi che eguagliano pesantemente i numeri dello scorso marzo. A causa della grave situazione sanitaria, quest’anno in Gran Bretagna non ci sarà la finanziaria. Il ministero del Tesoro britannico in un comunicato ha spiegato che “non è il momento giusto per delineare piani a lungo termine, le persone vogliono vederci concentrati sul qui e ora”. Per il momento, un nuovo lockdown sembra non essere necessario, dato il numero stabile delle terapie intensive occupate ed il numero dei decessi che rimane limitato (37 le vittime registrate nella giornata di giovedì). Tuttavia, l’esecutivo guidato da Boris Johnson “si riserva il potere di prendere misure” qualora i cittadini inglesi non rispettino le restrizioni rafforzate ed imposte dal governo. Pur spiegando di essere contrario alla limitazione delle libertà individuali, il Primo ministro britannico si è detto pronto a ricorrere all’esercito per i compiti di backup qualora le restrizioni non fossero rispettate.
Niente carnevale in Brasile. Lo Stato brasiliano conta ad oggi oltre 4,6 milioni di casi e ben 139.808 vittime da Covid-19, restando stabilmente uno dei Paesi più colpiti al mondo. Una situazione grave che ha spinto il governo centrale a rinviare il Carnevale di Rio, cosa che non accadeva da oltre cento anni; l’ultima volta di un rinvio della tipica festività brasiliana era il 1912. Nel frattempo, incuriosisce il caso della città di Manaus, una delle più colpite e devastate dal nuovo Coronavirus, che potrebbe aver subito così tanti contagi da aver sviluppato l’immunità di gregge. Secondo uno studio, pubblicato sul sito medRxiv, ha analizzato i dati dell’infezione con modelli matematici che hanno stimato che il 66% della popolazione della città brasiliana aveva sviluppato anticorpi contro il Covid-19. Secondo quanto esposto dai ricercatori “il tasso di infezione insolitamente alto suggerisce che l’immunità di gregge ha svolto un ruolo significativo nel determinare la dimensione dell’epidemia. Tutti i segnali indicano che è stato proprio il fatto di essere così esposti al virus che ha portato alla riduzione del numero di nuovi casi e decessi a Manaus”. Tuttavia, va anche specificato che prima di questo risultato la città è stata protagonista di alcune delle immagini più raccapriccianti dello scenario brasiliano: fosse comuni, ospedali invasi e cadaveri ammucchiati in camion frigo durante la fase acuta della pandemia.
La situazione negli Stati Uniti. Pesante resta il bilancio anche negli Usa, dove nelle ultime 24 ore si sono contati oltre 35 mila casi di contagio e oltre mille morti. Il bilancio totale, stando ai dati della Johns Hopkins University, sale a quasi sette milioni di cittadini americani contagiati e quasi 202 mila vittime. A far discutere però è un intervento dei giorni scorsi del Presidente Trump, il quale aveva sostenuto che il Covid-19 non era una minaccia per i giovani e che il virus “non colpisce virtualmente nessuno”. Affermazioni che hanno scatenato la dura reazioni dei democratici e in particolare del candidato alle prossime presidenziali, Joe Biden. Lo sfidante dem in un tweet ha attaccato l’inquilino della Casa Bianca: “le 200.000 persone che hanno perso la vita a causa del Covid-19 non erano ‘nessuno’, Signor Presidente. Erano i nostri genitori e nonni, figli e figlie, amici e colleghi. Erano americani”. Su questo punto si è espresso anche l’immunologo Anthony Fauci, che, nel corso di una intervista nel programma The Daily Show, ha sostenuto che le oltre duecentomila vittime statunitensi “probabilmente non sarebbero morte” se non avessero contratto il virus. Inoltre, Fauci si è detto preoccupato dal fatto che sempre più giovani si ammalano a causa del nuovo Coronavirus e i sintomi rimangono più a lungo nelle persone guarite: elemento che mostra, sempre secondo l’immunologo, come ancora non sia pienamente chiaro l’impatto della malattia sui pazienti.