Sono oltre 310 mila le assunzione previste dalle imprese italiane nel mese di settembre. È quanto emerso dall’ultimo bollettino del Sistema Informativo Excelsior, ovvero la più importante indagine sui fabbisogni professionali delle imprese del paese, realizzata a partire dal 1997 da Unioncamere, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e il Fondo Sociale Europeo.
I dati. Dall’analisi delle 147 mila imprese intervistate è emerso che l’impatto dell’emergenza Covid-19 e del lockdown ad essa annesso continua a farsi sentire, facendo registrare un calo del -28,7% rispetto allo stesso periodo del 2019. Tra i settori maggiormente in difficoltà preoccupa la situazione della moda e del turismo, fortemente penalizzati dalla scarsa domanda sui mercati internazionali, mentre significativi segnali di ripresa si evidenziano per le costruzioni e le industrie alimentari.
Le professioni più richieste. È l’area della produzione di beni ed erogazione del servizio a far contare il maggior numero di entrate lavorative previste nel mese di settembre 2020, con ben 145.460 nuove assunzioni, ovvero circa il 47% del totale. Seguono poi le aziende appartenenti ad aree commerciali e della vendita (55,590 nuove assunzioni) e quelle inerenti alla direzione e servizi generali (13.060 entrate previste).
Nello specifico, ciò significa che nella top ten delle professioni più richieste del mese, il primo posto spetta agli addetti nelle attività di ristorazione: in questo mese è prevista l’assunzione di 28.470 nuove figure di questo tipo. Più di 22 mila sono invece gli addetti alle vendite che le imprese italiane intendono assumere, poco più di quelle 20.570 nuove entrate stimate tra il personale non qualificato nei servizi di pulizia, la terza figura professionale più richiesta per questo mese.
Ma sono diverse anche le figure difficilmente reperibili. Da questo punto di vista, le aziende che stanno avendo più difficoltà nel reperimento di nuovo personale sono quelle appartenenti al settore delle industrie meccaniche ed elettroniche, ai servizi informatici e delle telecomunicazione e alle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo. Seguono al quarto e al quinto posto i settori delle industri del legno e del mobile e quello delle costruzioni. Tuttavia, se per i primi due ambiti il motivo principale della difficoltà di reperimento risiede nella mancanza di un numero sufficiente di candidati, per gli altri settori è la preparazione inadeguata di questi ultimi a costituire la causa principale alla base del problema.
Ai giovani il 29% delle 310 mila nuove assunzioni. Sono 89.300 le entrate destinate ai giovani sotto i 29 anni. Nello specifico, i principali settori di attività che ricercano giovani coincidono in buona parte con i settori con il maggior numero di entrate previste tra i lavoratori di tutte le età, ovvero le imprese di ristorazione e più in generale quelle attive nel settore turistico – il 45% delle nuove entrate è destinata ai giovani –, i servizi informatici e di telecomunicazioni – 43% delle assunzioni per i giovani –, e il commercio, con un buon 40% delle nuove assunzioni destinate agli under 29. Per quanto riguarda la formazione e i livelli di istruzione richiesti è invece emerso che il titolo di studio in assoluto più richiesto è il diploma (per il 34% delle imprese intervistate), mentre la laurea è indicata come requisito solo dal 20% dei partecipanti alla ricerca.
Le figure più difficili da reperire tra i giovani sono infine gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, per i quali è stata calcolata una difficoltà di reperimento pari al 61%. Dati pressoché simili (58%) sono stati assegnati inoltre alla difficoltà nell’assunzione di operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche, e agli operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici. Seguono i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione (51%) e gli specialisti della formazione e insegnanti (48%). Quest’ultimo dato è stato d’altronde reso evidente agli occhi di tutti alla riapertura dell’anno scolastico dalla mancanza di un numero adeguato di docenti nelle scuole di diverse regioni d’Italia.