Addio a colf, badanti e baby sitter, arrivano gli assistenti familiari. D’ora in poi i collaboratori domestici si chiameranno così e saranno inquadrati in livelli diversi a seconda delle loro competenze piuttosto che delle mansioni che svolgono. E’ quanto previsto nel nuovo contratto di lavoro domestico, scaduto ormai dal 2016 e rinnovato lo scorso 8 settembre con l’accordo definitivo e la firma delle organizzazioni sindacali, che entrerà in vigore a partire dal 1° ottobre 2020.
“Dopo una lunga trattativa siamo riusciti a trovare un accordo che tuteli le famiglie, in particolare quelle con esigenze di assistenza a persone non autosufficienti, senza per questo ledere i diritti dei lavoratori ed in particolare delle donne, che rappresentano il 90% di circa 860 mila addetti regolarmente assunti”. Lo ha dichiarato Alessandro Lupi, vice presidente di Assindatcolf, l’Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico che insieme alla federazione Italiana Fidaldo ha sottoscritto il nuovo Contratto Collettivo nazionale del settore domestico.
Il nuovo contratto collettivo, che introduce diverse novità sia per i lavoratori che per le famiglie che assumono, va ad intervenire su un settore particolarmente caratterizzato da un alto tassi di sommerso, con una serie di misure che vanno dagli aumenti di stipendio mensile alle agevolazioni per le assunzioni fino all’introduzione dei permessi di formazione.
Ed è proprio su quest’ultimo punto che Monica Archibugi, Founder di Le Cicogne, divisione dei servizi Family Care di Orienta S.p.A., oggi attiva nel mercato del baby-sitting e che dal 2021 soddisferà anche richieste di badanti, colf e pet sitter, commenta molto positivamente questa importante novità. “L’introduzione della formazione per questa tipologia di figure professionali – spiega Monica – è sicuramente un elemento nuovo, che fino ad oggi non era assolutamente inserito nel contratto nazionale se non che, ai lavoratori inquadrati nella categoria più alta, veniva riconosciuta una maggiorazione di stipendio se avevano una formazione. Con il nuovo contratto il salto di qualità è stato grande: c’è addirittura il tema dei permessi pagati su cui “Le Cicogne” punterà moltissimo introducendo corsi di formazione certificata e facoltativi rivolti a collaboratori domestici e assistenti familiari che lavorano con noi”.
Le più importanti novità introdotte. Ecco nel dettaglio quali sono i principali e recenti elementi che caratterizzano la nuova contrattazione in vigore fino al 31 dicembre 2022.
Nuova denominazione. La prima novità operativa è il nome: non più badante o baby sitter, d’ora in poi si parlerà di “assistenti familiari” come una vera e propria figura professionale.
Minimo contrattuale, aumenti e indennità. L’intesa raggiunta prevede, a partire dal 1° gennaio 2021, l’aumento a 880 euro al mese dello stipendio minimo per gli assistenti familiari conviventi, con un incremento base di 12 euro al mese. A decorrere dalla data di entrata in vigore del nuovo contratto, inoltre, è prevista una indennità, compresa tra i 100 ed i 116 euro, erogata in aggiunta alla retribuzione minima ai lavoratori che si prendono cura di bambini al di sotto dei sei anni e agli assistenti familiari che assistono più di una persona non autosufficiente. Per i lavoratori in possesso della certificazione di qualità, infine, è riconosciuta un’ulteriore indennità fino a 10 euro al mese.
Permessi per la formazione. Oltre a ferie, giornate libere e permessi, i lavoratori domestici con contratto a tempo pieno e indeterminato e con un’anzianità di almeno 6 mesi presso lo stesso datore di lavoro, potranno beneficiare di 40 ore annue di permesso retribuito per la frequenza di corsi di formazione professionali. A queste ore, se ne aggiungeranno, inoltre, altre 24 in più qualora il lavoratore decidesse di frequentare i percorsi formativi riconosciuti e finanziati dall’Ente bilaterale di settore nonché Ebincolf. “Banalmente – spiega la Founder di ‘Le Cicogne’ – la formazione per questa categoria professionale viene sottovalutata tantissimo mentre per le badanti, ad esempio, anche un corso di lingua italiana, che può rientrare in quelle ore, può rivelarsi fondamentale per rapportarsi meglio con l’anziano che assiste. Stesso discorso vale per le baby sitter o per le altre figure professionali del settore. La cosa bella è che di questo vantaggio beneficeranno sia i lavoratori che i datori: i primi si ritroveranno con una formazione che potranno sfruttare di nuovo nel tempo e per i successivi lavori; i secondi si ritroveranno ad avere un collaboratore formato che può assistere al meglio il proprio famigliare”.
Nuovi livelli contrattuali. Tra le principali novità è che ci sarà un livello d’inquadramento unico, contro i tre presenti nel vecchio, per chi si occuperà dei bambini. In altre parole, sparisce la tripartizione livellare in favore di un CCNL basato su 4 livelli di inquadramento in riferimento e a seconda delle competenze acquisite dal collaboratore e dalle mansioni che gli verranno affidate. Su questa base, quindi, si distinguerà tra: lavoratori che aiutano le famiglie nella gestione quotidiana della casa; lavoratori che si prendono cura di altre persone all’interno della famiglia e i lavoratori che accudiscono in famiglia persone adulte e bambini in condizioni di disabilità e non autosufficienza nonché l’educatore formato.
Orario di lavoro e periodo di prova. L’orario di lavoro per gli assistenti familiari non conviventi resterà di 40 ore a settimana, mentre per i conviventi sarà di 54 ore. Altra importante trasformazione è il prolungamento del periodo di prova per valutare le competenze del lavoratore che da 8 giorni passa a 30.
“A proposito dei giorni di prova, – spiega Monica Archibugi – mi è capitato di parlare con tanti utenti che mi chiedevano come mai i giorni di prova fossero solo 8 e se fosse stato possibile portarli a 30. Ovviamente, senza che lo prevedesse la contrattazione era impossibile ma l’entrata in vigore del nuovo CCNL e l’introduzione di questa proroga, sono convinta servirà anche a ridurre il sommerso. Posso solo immaginare, infatti, quante persone non hanno concluso un rapporto di lavoro con contrattazione regolare, per questo che rappresentava un importante ostacolo. Ecco perché ritengo che questa sia una miglioria importante”.
Vantaggi per i datori di lavoro. Anche le famiglie che assumono possono contare su delle agevolazioni come per esempio quella di poter assumere una seconda badante nel caso di anziani che necessitino di assistenza continuativa, accedendo a un fondo di assicurazione infortuni bilaterale. Per i datori di lavoro che abbiano bisogno di assumere una badante notturna, invece, l’aiuto sta nel poter versare i contributi previdenziali su un orario convenzionale di 8 ore, con una riduzione di 24 ore settimanali.