(Labitalia) – “Tutelare l’ambiente naturale può essere una grande opportunità, non solo per salvaguardare il patrimonio del Paese, ma anche per trovare un lavoro”. Ne è convinto Maurizio Penserini, biologo ittiologo, socio fondatore del Mediterranean Trout Research Group e ricercatore de ‘I giardini dell’acqua’ di Collagna (Reggio Emilia), uno dei più importanti allevamenti di trote in Italia, che con Labitalia fa il punto della situazione del settore. “Ci vuole molta passione – dice – e del resto lo stesso ‘Mediterranean trout research group’ nasce dalla passione per l’ambiente e per gli animali acquatici raggruppando professionisti nel settore della veterinaria, della biologia e delle scienze naturali”.
“Il percorso formativo – acconta Penserini – può variare a seconda del settore in cui si vuole operare. Si può, infatti, scegliere tra le facoltà di Biologia, Scienze naturali e ambientali oppure Zoologia. L’ittiologo lavora per il recupero, produzione, allevamento e forniture di specie native a rischio di estinzione. Per la selezione di parchi riproduttori e miglioramento genetico delle specie allevate, ma anche per la progettazione e gestione di impianti di allevamento intensivo, semi-intensivo ed estensivo”.
“Il campo di lavoro -fa notare- se da una parte è molto vasto e offre diverse opportunità di lavoro, dall’altra costituisce un mercato di nicchia in cui la ricerca pura si intreccia con l’innovazione”.
“Ai Giardini dell’acqua – ricorda Maurizio Penserini- si fa anche progettazione e gestione di incubatoi di valle e impianti ittiogenici. Si effettua controllo sanitario, prevenzione e terapia nelle patologie in acquacoltura, oltre a consulenza e forniture in mangimistica e tecniche di alimentazione dei pesci allevati. E’ comunque un lavoro di gruppo. Il nostro lavoro – sottolinea – va anche nella direzione della tutela dell’habitat dei pesci. Nel nostro caso, ad esempio, se da una parte si tutelano le trote autoctone, dall’altra si opera anche per il ripopolamento attraverso l’attivazione di impianti ittiogenici”.
Tra le principali strutture ittiogeniche per finalità conservazionistiche, ci sono gli incubatoi di valle di Fanano, di Fiumalbo, di Fontanaluccia a servizio della Provincia di Modena, gli incubatoi di valle di Minozzo, di Garfagno, di Roncopianigi, dell’Andrella a servizio della Provincia di Reggio Emilia, l’incubatoio di valle e impianto ittiogenico di Monchio delle Corti (Parma).
Attraverso l’attività di assistenza ittiologica dalle regioni Alpine a quelle insulari, attraverso la conduzione e la direzione tecnica di ben 26 impianti ittiogenici, è già in corso il recupero di alcune varietà native di trota fario, di trota macrostigma e di trota marmorata per le politiche di ripopolamento e di reintroduzione nelle acque di competenza.