Ci sono quelli ‘a forma di’ infografica. Quelli con parole scritte come note tra pentagrammi. Quelli disegnati a matita e colorati come fossero bigliettini da appendere con calamita al frigorifero. Insomma il mondo dei curriculum è davvero variegato. Basta andare su un social network come Pinterest e digitare la chiave di ricerca ‘Creative Cv’. Il risultato è questo: www.pinterest.com/creative-cv.
Allora da dove partire per non venire ‘cestinati’ al primo invio? Come fare per essere almeno chiamati a un colloquio conoscitivo? Ecco alcuni consigli e qualche regola.
Punto di partenza – Partiamo dalla regola numero uno: il curriculum non va mai falsificato anche perché vi abbiamo già raccontato in questo articolo (www.kongnews.it/che-succede-se-si-falsifica-il-curriculum-vitae) quello in cui si incorre. Posto allora che tutto ciò che si scrive – il come lo vediamo tra poco – deve corrispondere a verità, vediamo qualche dato sul ‘magico mondo’ della candidatura on-line per spaventarci un po’.
Dati sui curriculum – Il quotidiano statunitense Wall Street Journal (online.wsj.com/article) qualche tempo fa raccontava come un colosso come Starbucks potesse scegliere fra 7,6 milioni di candidati per 65mila posti mentre Procter & Gamble, complesso industriale di beni di consumo con sede a Cincinnati, Ohio che conta 170mila dipendenti in 80 paesi diversi, riceve oltre un milione di curricula per 2mila posti vacanti. Da Starbucks quindi ogni candidato deve vedersela in media con altri 116 concorrenti mentre da P&G questo numero sale a 499. E uno studente italiano se volesse provare a compilare un’application dovrebbe ‘scontrarsi’ con americani, cinesi, indiani e studenti russi. Insomma, uscire dalla giungla della candidatura e approdare al primo colloquio non è semplice.
L’abc – Un candidato ideale deve innanzitutto avere un Cv senza errori di ortografia o di grammatica, in inglese e in italiano. “La cosa peggiore per noi – spiega Samantha Marcelli, direttore del personale e componente dell’Aidp, Associazione Italiana Direttori del Personale – è leggere un Cv scritto di fretta. Refusi, errori di battitura sono giudicati molto peggio rispetto alle reali qualifiche di un candidato”.
Il formato più conosciuto è quello europeo (qui modelli www.curriculumvitaeeuropeo.org), ma spesso questo tipo di Cv sminuisce le reali capacità di un candidato: “Non è la miglior presentazione possibile – continua Marcelli -. Dopo averne visti un centinaio, un direttore del personale rischia di non ricordare neanche un aspirante candidato. Come ordine grafico va bene, ma guida troppo e limita l’espressione dell’autore. Se si è un neolaureato con poca esperienza può anche essere utile, ma dopo molti anni di lavoro bisogna essere in grado di personalizzare il proprio Cv e soprattutto adattarlo all’offerta di lavoro per cui ci si candida”.
Personalizzare in base all’azienda su cui si punta – Anche Robert Half, la più antica tra le società di ricerca e selezione di personale specializzato, leader del settore a livello globale con oltre 350 uffici in tutto il mondo, si sofferma su questo punto: “La preparazione del Cv si deve organizzare, su due pagine, raccogliendo le esperienze, le competenze e gli obiettivi raggiunti da cui poi selezionare le informazioni che soddisfino i requisiti della specifica posizione”. In sintesi: usate parole chiave che utilizza l’azienda nel bando di candidatura, mettete in testa le competenze acquisite più vicine al lavoro per cui state scrivendo il Cv. “Bisogna adattare la propria storia alla storia dell’azienda”, chiosa Marcelli.
Attenzione anche alle lettere di presentazione: che siano personali e non un ‘copia e incolla’ che potrebbe andar bene per un impiego medico come per un avvocato. “Evitate i vari cliché i come ‘dotato di grande iniziativa personale’ – continua Robert Half – oppure ‘ottime attitudini al lavoro di squadra’, ‘innate capacità di leadership e comunicazione’: queste qualità possono infatti trasparire dai progetti realizzati descritti nel Cv.
Farsi aiutare dai social network – Avere un profilo on-line ben visibile, poi, aiuta gli headhunter e gli uffici del personale a farsi un’idea sul candidato. Linkedin è sicuramente la via d’accesso al mondo del lavoro più semplice. Si può provare anche a crearsi un proprio sito internet, soprattutto per professioni legate al marketing o al design e architettura, che sia come una vetrina, un portfolio delle proprie creazioni, dove mostrare non solo chi è, ma cosa si sa fare. Qui includere presentazioni powerpoint, proprie pubblicazioni e interviste.
Anche su questo punto, però, si nascondono parecchie insidie: cercate di non esagerare troppo nel raccontare voi stessi. Vi abbiamo già raccontato in questo articolo (http://www.kongnews.it/lurlo-di-kong/occhio-al-post-si-puo-essere-licenziati-per-un-post-su-facebook/) cosa accade a chi esagera a parlare di lavoro on-line.