L’indice Pmi manifatturiero in Italia rimbalza a 51,9 punti a luglio, al top dal giugno 2018, registrando il primo rialzo da due anni. L’indice, calcolato da Ihs Markit sopra i 50 punti segna un’espansione dell’economia e sotto questa soglia una contrazione. A giugno l’indice era a 47,5 punti. A spingere l’indice verso l’alto sono stati i maggiori livelli di produzione e di nuovi ordini. La produzione è aumentata per il secondo mese consecutivo e al tasso più veloce da marzo 2018. La domanda estera resta tuttavia fonte di debolezza, i nuovi ordini esteri infatti sono diminuiti per il quindicesimo mese consecutivo.
Dai dati raccolti a luglio è risultato che le aziende manifatturiere non stanno ancora operando in piena capacità e hanno deciso di limitare il loro numero di ore lavorative. Il livello occupazionale di conseguenza è diminuito ad un tasso di gran lunga inferiore rispetto a giugno pur rimanendo elevato. Nonostante l’aumento dei nuovi ordini totali di luglio, il collasso senza precedenti della domanda dei mesi precedenti ha fatto sì che il carico di lavoro sia rimasto basso e che il lavoro inevaso abbia continuato a ridursi ad un tasso elevato. Per concludere, le aziende campione sono rimaste positive sulle prospettive di attività dell’anno prossimo. Le migliori condizioni della domanda e la speranza di una ripresa economica sono state le ragioni generalmente citate come motivo per essere ottimisti.
“I dati di luglio in generale suggeriscono come in Italia il settore manifatturiero sia sulla giusta direzione verso la ripresa, con le previsioni sulla produzione futura rimaste decisamente positive”. Così Lewis Cooper, economista di Ihs Markit, ha commentato gli ultimi dati di luglio. “Detto cio’ – ha aggiunto – dopo uno shock cosi’ estremo, la strada verso la ripresa è ancora lunga ed e’ essenziale che le condizioni della domanda continuino a migliorare. Inoltre, le aziende manifatturiere e le linee di produzione continuano ad operare al di sotto della loro capacità limitando le ore di lavoro e di conseguenza il livello occupazionale si è ridotto per il quattordicesimo mese consecutivo. Anche la domanda estera rimane debole, gli ordini esteri infatti continuano a diminuire. E l’introduzione di nuove misure restrittive per contrastare la ‘seconda ondata’ della pandemia potrebbe ostacolare la ripresa”.