Il Ministero della Salute ha reso noto il bollettino di oggi dell’emergenza Covid-19 in Italia: sono saliti a 244.624 (+190 rispetto a ieri) i casi accertati di Coronavirus, di cui 197.162 guariti (+213) e 35.058 morti (+13). Attualmente i casi attivi sono 12.404.
I dati. Con 11.272 tamponi in meno rispetto a ieri sono 190 i casi positivi in più registrati oggi di cui 56 in Lombardia, 42 sia in Emilia Romagna che in Veneto, 14 nel Lazio e 12 in Liguria. Sotto i dieci casi giornalieri le restanti regioni di cui otto ferme a contagio zero. Con 213 guariti o dimessi in più il numero di persone attualmente malate scende a 12.404, con una diminuzione di 36 unità. Sono 47 i malati in terapia intensiva, 2 in meno rispetto a ieri, e 745 i ricoverati con sintomi in altri reparti, in aumento di due unità.
Il messaggio del ministro Speranza. Servono “ancora tempo e prudenza. Ma i primi riscontri scientifici sul vaccino dell’Università di Oxford, il cui vettore virale è fatto a Pomezia e che verrà infialato ad Anagni, sono incoraggianti. L’Italia, con Germania, Francia e Olanda, è nel gruppo di testa per questa sperimentazione. Continuiamo ad investire sulla ricerca scientifica come chiave per sconfiggere il virus”. Lo scrive su Facebook il ministro della Salute Roberto Speranza. Intanto, nessun nuovo caso di coronavirus è stato registrato in Calabria. Ad oggi sono stati effettuati 108.623 tamponi per un totale di 1.239 positivi. Lo rende noto la Regione Calabria. Restano 97 i decessi dall’inizio dell’emergenza (dato invariato da 52 giorni).
‘Pochi tamponi’. “Alla Regione ascrivo la responsabilità di essere partiti con una logica di pochi tamponi quando potevamo farne molti di più e, a parer mio, questo sarebbe stato determinante – afferma il sindaco di Brescia Emilio Del Bono al Giornale di Brescia – . Il fatto che non si facessero i tamponi a migliaia di persone che erano palesemente malate di Covid nelle proprie case, a contatto con i familiari che nel frattempo uscivano – ha spiegato Del Bono – non lo riuscivo a comprendere. La rete ospedaliera e del volontariato è stata straordinaria. La medicina di territorio è stata fragile”.