Smart working sì o smart working no? Come comportarsi a partire da settembre: prediligere il lavoro da remoto o puntare sul “tutti in sede”? Mentre molte aziende se lo chiedono e stanno studiando le varie modalità, a dire sì al lavoro flessibile e per obiettivi – (ri)scoperto in tempi di pandemia da Coronavirus – è, invece, il settore chimico-farmaceutico che di fatto fa da apripista.
L’accordo programmatico del settore chimico-farmaceutico. È infatti notizia recente che Federchimica, Farmindustria e le organizzazioni sindacali dei settori chimico e farmaceutico FILCTEM-CGIL, FEMCA-CISL e UILTEC-UIL, hanno firmato un accordo programmatico dal titolo F.O.R working, dove F sta per Flessibilità, R per risultati e O per obiettivi. Le parti firmatarie di questo accordo, tenendo conto di tutte le trasformazioni dell’organizzazione del lavoro connesse alla digitalizzazione, hanno pertanto condiviso, come si legge nel testo:“la necessità di agevolare anche con strumenti innovativi, la gestione dei cambiamenti in atto nel solco del sistema partecipativo di Relazioni industriali settoriale anche attraverso opportune intese tra le Parti a livello aziendale ed individuale”.
Se prima, dunque, lo smart working nel settore era più figlio di una scelta da parte della casa madre, magari straniera, che invitava a tale modalità anche le divisioni distaccate, l’obiettivo da adesso in poi, e soprattutto entro fine 2020, sarà di definire un moderno rapporto di lavoro subordinato. Rapporto che tenga conto, per esempio, delle differenze che esistono tra telelavoro (normato dai vari CCNL e da accordi individuali e collettivi e aziendali) e lavoro agile (normato dalla Legge con rinvii ad accordi individuali e da accordi collettivi aziendali).
Come l’acronimo F.O.R Working fa intuire, si punterà non solo sulla flessibilità, sulla gestione dei tempi e dei luoghi, ma anche sulla definizione e il raggiungimento di obiettivi che siano condivisi così come dei risultati realizzati tenendo in considerazione l’efficienza organizzativa, i livelli di produttività, la salute e ovviamente anche la sicurezza.
Un moderno rapporto di lavoro subordinato entro dicembre 2020. Cosa succederà dunque? Da qui a dicembre, Federchimica, Farmindustria e le Organizzazioni Sindacali settoriali daranno vita a un percorso congiunto per realizzare delle specifiche linee guida utili, in primo luogo, ad agevolare il salto culturale necessario per entrambe le parti e identificare gli elementi che contraddistinguono appunto il F.O.R. WORKING. I vari incontri e lavori di approfondimento avranno l’obiettivo di individuare il perimetro dei diritti/doveri delle parti in causa e le modalità per garantire sempre una partecipazione e integrazione reale alla vita aziendale, in modo particolare attraverso adeguati percorsi di formazione, aspetto tutt’altro che trascurabile per non perdere il valore anche sociale dell’impresa nel suo complesso. L’obiettivo delle linee guida è di agevolare una fase sperimentale a livello aziendale che possa poi contribuire a delineare le scelte necessarie per il rinnovo contrattuale del 2022.
Un passo dunque importante per due settori, quello chimico e soprattutto quello farmaceutico, che in Italia possono guidare la ripresa. Stando infatti agli ultimi dati Istat, il farmaceutico è infatti il settore che, nonostante il Covid, ha avuto una perdita solo dello 0,2%. E non è detto che appunto pensare a un lavoro in modalità smart non possa dare una bella spinta anche in termini di ripresa.